24.10.1544. Una chiesa per una pescheria
24 ottobre 1544 – Viene demolita l’antica chiesetta di San Giorgio dei prati, che sta dove oggi è piazzale Cesare Battisti. Il tempio è lì da almeno da cinque secoli ed è dotato anche di un ospizio. Accanto ha un porticato di legno. Il nome resterà ancora a lungo: via Cavour, prima di diventare strada Santa Lucia, è strada San Giorgio.
Fino a questo 1544, la chiesa è stata parrocchia. Con la distruzione, reliquie e funzioni sono trasportate nella chiesa di San Marco, che le sta vicinissima; a sua volta abbattuta nel 1653, adesso è piazzale della Macina.
Le autorità comunali hanno deciso di buttar giù San Giorgio proprio per aprire una nuova piazza, dove impiantare il mercato del pesce. È stata scelta questa zona perché accanto alla perduta chiesa, già dal 1478, almeno un pescivendolo allestisce quotidianamente il suo banco, sotto una stuoia che fa ombra. Nel tempo, lo spazio prenderà il nome di “Pescheria Vecchia”.
Il pesce che si vende a Parma nel Quattrocento è tutto di fiume, o di fossa. Viene preso in Po, ma anche dai tratti di fossato che circondano l’area urbana, dati in concessione a pescatori che usano le reti, come nella rappresentazione del mese di febbraio nei mesi del protiro della cattedrale.
La vendita del pesce è regolata dettagliatamente. Dal 1481 esiste un calmiere dei prezzi: i pesci più grossi, pesanti almeno sei libbre, vanno venduti a 16 denari, quelli più piccoli a 10. Ma in quaresima, quando la richiesta del pesce aumenta notevolissimamente, i prezzi salgono rispettivamente a 18 e 16 denari. La vendita di pesce salato è molto limitata.
Col trascorrere dei secoli, i pescivendoli della Pescheria Vecchia lasceranno il posto ai beccai e nell’Ottocento agli antiquari.