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24.1.1854. Così Vienna ha fermato i treni di Parma

24 gennaio 1854 – Da Vienna, il ministro degli Esteri austriaco conte Karl Ferdinand von Buol-Schauenstein invia una piccatissima lettera al governo di Parma, per fermare i treni.

Di treni, a Parma non se ne sono mai visti. E l’impero asburgico vuole che continuino a non vedersene mai. La diplomazia si muove per bloccare i tentativi di costruzione delle prime ferrovie nel parmense.

Forse, chi legge si ricorderà che – come già raccontato a suo tempo in questo blog – il 12 settembre 1853 il duca Carlo III di Borbone aveva assegnato ad una compagnia inglese la concessione per costruire tre linee di binari, fra Parma e Pontremoli, fra Piacenza e Castel San Giovanni e fra Parma e Colorno.

A Vienna, questi progetti paiono sconvenientissimi, sia sul piano ideale che su quello pratico. La rete ferroviaria, infatti, risponde alle ambizioni di coloro che vorrebbero un’Italia unita togliendo all’Austria il controllo su Lombardia e Veneto. E in caso di guerre, favorirebbero lo spostamento di truppe fra gli Stati italici.

Effettivamente, a Parma i primi disegni per collegamenti ferroviari sono stesi sotto il governo provvisorio rivoluzionario nato con i moti del ‘48. Il massimo esperto parmigiano di treni è un irriducibile patriota risorgimentale, l’ingegner Tommaso Bianchi, richiamato in città dopo un lungo esilio e incaricato il 29 maggio 1848 di occuparsi degli “affari di strade ferrate”. Già nel 1845, Bianchi aveva studiato un possibile percorso per collegare con binari Parma e Genova e nel 1848 progetta la ferrovia Parma-Borgotaro, vedendo in queste infrastrutture un magnifico modo per costruire l’Italia.

Il ritorno a Parma dei Borbone nel 1859 non ferma i piani per le ferrovie. L’inglese Gandell inizia realmente ad alzare terrapieni e impiantare binari e traversine, della tratta per Colorno. Ed è qui che il conte di Buol, plenipotenziario del governo austriaco, appena informato, interviene a gamba tesa per fermare tutto.

L’Austria ha appena vinto la Prima guerra d’indipendenza italiana, che ha visto contingenti da tutta Italia unirsi con l’esercito del Piemonte. I treni avvicinerebbero ancor di più gli irrequieti Stati italici e questo Vienna vuole impedirlo.

Oltre a protestare con Carlo III, il conte di Buol vieta ogni eventuale collegamento di ferrovie parmensi con quelle austriache. Si attiva presso le corti di Firenze e di Modena perché pure Leopoldo II e Francesco V facciano lo stesso in Toscana e nell’Emilia orientale. Addirittura vieta il passaggio del materiale destinato ai cantieri delle ferrovie di Parma.

Questo binario non s’ha da fare, e non si fa. I lavori sono presto abbandonati. Il primo treno partirà solo con cinque anni di ritardo.

Locomotiva ligure del 1854
Locomotiva ligure del 1854

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