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23.6.1906. Marinetti fischiato per una gonna pantaloni

23 giugno 1906 – Arriva a Parma per la prima volta Filippo Tommaso Marinetti, il poeta che tre anni dopo inventerà il Futurismo. Non è qui per presentare i suoi versi, ma a fare da consulente in un processo contro lo scrittore Umberto Notari, accusato di oltraggio al pudore per aver scritto “Quelle signore”, l’immaginario diario di una prostituta.

Marinetti difende il collega e Notari il giorno dopo viene assolto. Nelle due settimane seguenti il libro vende 10.000 coppie, risultato insperabile senza la propaganda del processo.

Marinetti tornerà a Parma il 26 marzo 1911 e questa volta sarà lui a rimanere vittima della suscettibilissima verecondia di questo primo Novecento: per colpa della moda femminile, deve fuggire scortato dalla polizia.

Lo strano episodio si svolge così. Il padre del Futurismo è stato invitato a tenere una conferenza al teatro Reinach, annunciata con un gran numero di volantini. Ma due giorni prima dell’evento, le autorità lo vietano, perché a Parma il Futurismo ha tanti detrattori e si temono disordini. Marinetti viene lo stesso e si accontenta di incontrare un gruppo di studenti al tavolino di un bar del Caffé Marchesi in piazza Garibaldi.

Ad un certo punto, qualcuno inizia a gridare, fischiare, protestare. Non ce l’ha con Marinetti, ma con una ragazza che passa di lì con indosso una gonna che pare gonna pantalone. Questa era stata inventata a Parigi e presentata giusto una decina di giorni prima, suscitando tanto scandalo che già ne parlava mezza Europa. L’idea che le donne potessero indossare le braghe è inaccettabile in questo 1911, una prospettiva sovversiva.

La ragazza in piazza Garibaldi non ha la jupe-culottes (ancora nessuno ne ha una in tutta Italia), ma del nuovo abito si chiacchiera talmente che un passante ha creduto di vederla. Chiarito l’equivoco, la poveretta è libera di andarsene, ma intanto il caso ha richiamato molta gente, con la testa ormai calda. È allora che Marinetti viene notato.

Non potendo più inveire contro le gonne pantalone, la piccola folla se la prende col Futurismo. Improvvisamente accerchiato da contestatori, il poeta decide che è meglio andarsene. Si incammina verso la stazione, e i suoi detrattori dietro urlanti e fischianti. Per riuscire ad arrivare in fondo a via Garibaldi occorre l’aiuto delle forze dell’ordine, che si schierano ai due lati della via e lasciano passare solo gli studenti futuristi che accompagnano il loro mito.

Secondo la cronaca pubblicata il giorno dopo dalla Gazzetta di Parma, fra quelli che protestano c’è anche qualcuno convinto che sia Marinetti l’inventore della gonna pantalone!

Analogamente a quanto accaduto per il libro di Notari, tutto sommato, per il Futurismo è una buona pubblicità.

Marinetti tornerà a Parma il 21 giugno, quando finalmente potrà tenere la sua conferenza al Reinach. Fra il pubblico, non risultano donne in jupe-culottes.

L’episodio è ricordato (a modo suo) da Marinetti in una lettera ai cittadini di Parma dell’11 maggio 1911:

“mentre assediavate il Caffè Marchesi, tempestandoci di applausi e di maledizioni, noi sorbivamo tranquillamente una tazza di thè, pensando che non avremmo potuto essere intesi in quel fragore d’inondazione. Eravate più di diecimila, tutti abbigliati a festa, eppure così bellamente scomposti dalla elettricità del Futurismo, così ubbriachi di luce primaverile, nella vostra città ringiovanita, rinata poche ore prima fuor dalle innumerevoli rughe della pioggia. […] Se non fossimo stati rapiti da un simile spettacolo, se avessi potuto dominare colla voce il vostro gorgo chiassoso e spumeggiante sotto la grandine dei cazzotti, vi avrei gridato che il Futurismo glorifica appunto la violenza e il coraggio”.

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