23.4.1944. Bombe inglesi sul Palazzo del Giardino
23 aprile 1944 – Nel cuore della notte, il sonno dei parmigiani è scosso dallo scoppio di ordigni lanciati dal cielo. È il primo bombardamento sulla città, che fino a quel momento aveva sperato di poter tenere lontana la guerra.
Nove apparecchi aerei Halifax del 205° squadrone della Raf sganciano su Parma 29 bombe da mille libbre ciascuna e 24 da 500 libbre a scoppio ritardato. La gran parte delle esplosioni avviene nei campi appena attorno all’area abitata. Solo tre punti sensibili vengono raggiunti: il ponte Dux (di mezzo); i binari della ferrovia appena prima e appena dopo la stazione; la Scuola d’applicazione di fanteria nel Parco ducale, colpita da due bombe. Sono danneggiate una trentina di case, soprattutto in via delle Fonderie, anche se i crolli maggiori sono proprio nel Palazzo del Giardino.
L’incursione fa 15 vittime, tutti allievi della Scuola di fanteria. Due di loro non vengono identificati. Gli altri sono Angelo Baldi, Italo Bianchi, Isacco Cecconi, Giacomo Curti, Mansueto Ferracini, Luciano Forti, Ernesto Gatti, Rodolfo Marchesini, Michele Mangelli, Francesco Nepoti, Sergio Pederetti e Marcello Turchetti.
Alle vittime del primo bombardamento sono tributate solenni onoranze funebri in stile militare: le quindici salme sono portate a braccia in piazza Garibaldi e da qui accompagnate al cimitero da un lungo corteo partecipato da rappresentanze di tutte le autorità cittadine.
Nei mesi successivi, i bombardieri torneranno altre quattro volte, l’ultima il 22 giugno, facendo molti più danni e molti più morti, tanti che non si potranno più onorare con la solennità dei primi. Già al secondo attacco, il 25 aprile, le vittime sono 133.
I bombardamenti angloamericani su Parma, assieme ad una serie di mitragliamenti, alla fine lasceranno oltre 800 morti e migliaia di feriti. Sono colpite moltissime abitazioni, così come edifici storici e artistici, in parte scomparsi proprio a causa di questi attacchi: il palazzo Ducale della Pilotta, i teatri Reinach e Farnese, il monumento a Verdi di fronte alla stazione, via Mazzini e piazza Garibaldi, Palazzo Pallavicino, barriera Garibaldi, le chiesa di Santa Teresa e di Santa Maria delle Grazie, mentre la Steccata è mancata di pochi metri e di San Giovanni evangelista brucia il tetto.
Lo scopo degli Alleati è bloccare la logistica tedesca, interrompendo la ferrovia e impedendo la costruzione di piste per l’aviazione nazista. Ma anche deprimere il morale di repubblichini e hitleriani e spingere quante più persone a ribellarsi all’occupazione.