Età contemporanea,  Ritratti

23.3.1988. Augusta amante dell’arte

23 marzo 1988 – Muore Augusta Ghidiglia Quintavalla, storica dell’arte cui si deve la conoscenza e la comprensione di tanta parte dei dipinti migliori in Emilia.

Appassionata di storia, di pittura e di collezioni, ha già compiuto 50 anni quando pubbica il suo primo libro, dedicato ai castelli del parmense, lavoro iniziato approfondendo le costruzioni quattrocentesche di Pier Maria Rossi. È il primo di un gran numero di pubblicazioni, in rivista e in volume, tutte importanti, capaci di dare un significato nuovo al patrimonio artistico del territorio.

Correggio, Parmigianino, Michelangelo Anselmi, il Bertoja, Sebastiano Ricci…: il modo con cui chi verrà dopo guarda a questi artisti, passa anche per il pensiero di Augusta Ghidiglia. Che si interessa e dà visibilità pure a pittori contemporanei, come Guttuso.

Nata a Roma ne 1904, Augusta si laurea in lettere nel 1926 ed è scrivendo la tesi che scopre di preferire l’arte pittorica ai testi scritti. Insegnante di Storia dell’Arte, decide presto di abbandonare la carriera da docente per dedicarsi al solo studio, protezione e valorizzazione delle opere artistiche. Parma la incontra per la prima volta nel 1929, lo stesso anno in cui sposa un altro storico dell’arte, Armando Quintavalle, già compagno di studi. E visitando chiese, musei, castelli, abbazie, ne resta conquistata. Quel che la colpisce – come scriverà – è che “Parma, semplice città di provincia, contesa tra il papa e la Francia, abbia un ruolo essenziale nel mondo rinascimentale e manieristico”.

Nel 1934 vince un concorso da ispettrice di Antichità e belle arti, ma posti per le donne non ce ne sono e deve accontentarsi di piccoli lavori precari. Ma certo non basta questo sgarbo per intiepidire l’amore per l’arte.

Nel 1940, partecipa col marito, sovrintendente a Parma dal ’39, a nascondere le collezioni della Pilotta, a Torrechiara, castello che conosce benissimo. Finita la guerra, oltre a recuperare il prezioso patrimonio salvato da bombe e nazisti (sua la mostra della riapertura della Pilotta Dipinti noti e ignoti nel 1948), finalmente nel 1951 ottiene quel posto che le spettava dal ‘34.

Quando il marito va in pensione, nel 1960, lei ne prende il posto. Riordina allora la Galleria Nazionale in Pilotta, mettendo a frutto un analogo lavoro svolto in precedenza all’Estense di Modena. Il nuovo allestimento valorizza alcuni “tesori nascosti”, come dice il titolo di uno dei suoi libri.

Fuori dai musei, si dedica soprattutto ai dipinti murali, promuovendo restauri e a volte distacchi, pratica che dopo gli anni ‘70 verrà recisamente abbandonata.

La storica dell’arte termina la carriera a Firenze, come soprintendente delle Gallerie. In pensione dal 1974, dedica il suo ultimo libro al Parmigianino.

Augusta Ghidiglia Quintavalla
Augusta Ghidiglia Quintavalla

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Succede il 23 di marzo:

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