
22.6.1621. Arrestato il figlio del duca, con gran sollievo di suo padre
22 giugno 1621 – Da Mantova arriva la notizia che il figlio del duca di Parma è stato arrestato. E il duca ringrazia e si dice debitore. Quel figlio è Ottavio Farnese, illegittimo, poi riconosciuto, poi ancora scomoda progenie naturale di Ranuccio I.
Ottavio passerà in prigione il resto della vita, per 22 anni, per evitare guai al fratello suo successore.
Era successo che da ragazzo Ranuccio avesse avuto una relazione con una ragazza figlia di un militare, Briseide Ceretoli, mettendo al mondo due creature. Poi si sposa, ma la moglie Margherita Aldobrandini non resta mai incinta. Così, per avere un discendente, Ranuccio legittima il primogenito naturale, che è per l’appunto il nostro Ottavio, e gli dà in feudo centri importanti del parmense compresi Borgo San Donnino e Fiorenzuola.
Ma le cose non vanno mai come le si programma. A 10 anni dalle nozze, Margherita ha il suo primo bambino! Per Ottavio non cambia nulla: questo fratellastro, Alessandro, è sordomuto e non potrà mai governare. Ma poi nasce un secondo bambino, Odoardo, e stavolta è sano. E dovesse mai capitargli qualcosa di brutto, ce n’è pure un terzo, Francesco Maria.
Il duca Ranuccio è in imbarazzo. Ora che ha discendenti maschi legittimi, Ottavio è diventato scomodo. Così prova a convincerlo a farsi prete, o monaco. Ma Ottavio non ci pensa proprio e scappa.
Assieme a pochi amici, percorre a cavallo una lunga strada incontrando Reggio, Modena, Bologna, Ferrara, Venezia, Padova, Vicenza, Verona e Mantova. Qui viene arrestato. Un emissario di Ranuccio, Andrea Cioli, convince il duca Ferdinando Gonzaga a dare una mano all’omologo di Parma. Così Ottavio è ricondotto dal padre in catene.
Ranuccio vorrebbe essere indulgente e lasciare libero il primogenito, purché rinunci ad ogni pretesa di successione. Ma quando scopre che già prima di scappare Ottavio aveva organizzato un mezzo colpo di Stato a suo danno, lo fa rinchiudere nel carcere della Rocchetta. Non uscirà mai più fino alla morte, in un giorno imprecisato del 1643, dopo due tentativi di fuga falliti nel 1622 e nel 1630.



