Città che cambia,  Età contemporanea

22.3.1902. Il cantiere complicato del ponte Verdi

22 marzo 1902 – I lavori per il nuovo ponte Verdi vengono finalmente assegnati ad un’impresa di Bologna, la ditta Marchello. Del nuovo ponte si parla fin dal 1870, dall’alluvione che ha fatto tanti morti in Oltretorrente: il greto della Parma non può più essere strozzato fra mura e piloni; il vecchio piccolo ponte Verde dovrà lasciare spazio ad una struttura maggiormente sicura.

Per passare dall’intento al progetto, occorrono 30 anni. Progetto dell’ingegner Marco Sante Bergamaschi. Solo nel 1901 è indetta la gara di appalto, con offerte presentate entro fine settembre. In questo 22 marzo 1902, il Consiglio comunale assegna l’opera.

Ma anche fra i progetti e la loro realizzazione trascorre tanto tempo (Bergamaschi muore proprio nel 1902). Il cantiere del ponte Verdi è un lavoro sfortunato. Dovevano bastare pochi mesi, serve più di un anno e mezzo. A dilatare i tempi è la stagione delle rivendicazioni sindacali. Quando, nell’estate del 1902, la Camera del Lavoro proclama lo sciopero dei muratori, la costruzione si ferma. Per non lasciare a metà l’opera, si portano in città alcuni manovali di Collecchio. Non l’avessero mai fatto! Scoppia una battaglia a suon di sassi scagliati fra gli scioperanti ed i crumiri, che dura ore. Da Collecchio, il giorno dopo non viene più nessuno.

Ma alla fine un accordo si trova. Ai muratori viene garantita una paga minima giornaliera, non solo il compenso a cottimo misurato in metri quadri di materiale spostato.

Il ponte Verdi apre al passaggio nei primi giorni di ottobre 1903. In realtà ancora diverse cose restano da fare. Per collegare alle strade il nuovo manufatto – uno dei primi in cemento armato a Parma – vanno demolite diverse case di borgo delle Fonderie, quelle dei signori Corsini, Amadei, Puglia e pure dell’industriale Bormioli. Il nuovo accesso al Parco Ducale dal nuovo ponte si farà solo nel 1904. E si deve demolire pure il vecchio ponte Verde, che parte dal torrione eretto da Bernabò Visconti nel Trecento.

Nonostante tutte queste traversie, ora fra Pilotta e Giardino pubblico c’è un ponte più sicuro, anche se meno pittoresco. Perché si chiamava Verde, quello di legno buttato giù nel 1903? Perché da che se ne ha memoria ebbe sempre le sponde dipinte di verde.

L'antico ponte Verde di Parma, che collegava la Pilotta al torrione visconteo
L’antico ponte Verde di Parma, che collegava la Pilotta al torrione visconteo
Il ponte Verde in corso di demolizione accanto al ponte Verdi appena costruito
Il ponte Verde in corso di demolizione accanto al ponte Verdi appena costruito
Il ponte Verdi di Parma nel 1913
Il ponte Verdi di Parma nel 1913

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Succede il 22 di marzo:

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