Età contemporanea,  Luoghi perduti

22.12.1928. Il ponte degli scivoloni

22 dicembre 1928 – È già buio quando un vigile sente dei lamenti salire dal greto del Baganza. Scende dall’argine e trova un vecchio steso in terra, sanguinante dal capo. L’anziano muore nella notte in ospedale. è un mendicante che in città nessuno conosce, arrivato a Parma da chissà dove, caduto dal ponte della Navetta forse perché ha bevuto troppo o forse perché da questo ponte che non ha sponde cadono tutti.

Ottocento metri a monte della confluenza del Baganza nella Parma, sta un’infrastruttura molto antica, costruita alla fine del XII secolo. è un canale sopraelevato costruito per proteggere l’Oltretorrente dalle alluvioni. La condotta idrica ha funzionato per oltre sette secoli, finché attorno al 1905 viene sostituita con una tubatura che passa sotto l’alveo del torrente. Il vecchio acquedotto da sempre funziona anche come ponte, anche se non è mai stato davvero attrezzato per il passaggio di pedoni e cavalli, così capita spesso che qualcuno perda l’equilibrio e precipiti dabbasso. Quando il torrente è in secca, il salto è di tre metri.

Sfogliando le cronache, si incontrano numerosissimi casi di persone che dalle situazioni più diverse finiscono col cadere dal ponte della Navetta, con conseguenze più o meno gravi.

Ecco alcuni esempi. Nel 1876 un bambino scivola e annega. L’8 marzo 1905, il soldato Antonio Tomen attraversa a cavallo il ponte della Navetta, l’animale si imbizzarrisce e getta il cavaliere nel torrente, che ne esce illeso. Il 20 agosto 1906 l’impiegato municipale Massenza cade con la bicicletta e si rompe la clavicola. Nel luglio 1926, un fotografo sceglie il ponte della Navetta come contesto per alcune foto di nudo; mentre cerca l’inquadratura migliore, mette un piede in fallo e cade; soccorso dalle due modelle senza vestiti e molto divertite, ne esce senza danni, la macchina fotografica invece è distrutta. Il 2 gennaio 1940 il manovale Guerrino Papini scivola sul ghiaccio e cade dal ponte sul greto asciutto rompendosi alcune costole.

E poi ci sono i suicidi: per secoli questo era il posto da cui si buttavano i più disperati.

Il ponte della Navetta è un luogo romantico, che ricorda le costruzioni diroccate nei paesaggi dei pittori dell’Ottocento, scelto da coppiette in cerca di intimità. Ma è anche un luogo pericoloso, proprio a motivo dei continui incidenti. Con periodiche rimostranze, i parmigiani chiedono più volte una migliore sistemazione; nel 1915 c’è anche chi propone di abbatterlo.

Solo nel 1947, l’antica condotta idrica viene davvero trasformata in ponte. Fra 8 e 11 gennaio, il Consiglio comunale approva il progetto di “Riattamento del Ponte della Navetta sul Baganza”, “opera che da tempo immemorabile attende la sua realizzazione”, commenta la Gazzetta di Parma. Il 12 aprile il ministero dei Lavori pubblici assegna un finanziamento di 620.000 lire e finalmente il ponte viene dotato di sponde.

Quel ponte da alcuni anni non esiste più. La piena del Baganza del 13 ottobre 2014 ha spazzato via le sue otto arcate. Al suo posto è stata costruita una passerella, più sicura, ma priva del fascino di un tempo.

Il ponte della Navetta a Parma a inizio '900,
da Quartieri. Montanara, 2006 Mup
Il ponte della Navetta a Parma a inizio ‘900,
da Quartieri. Montanara, 2006 Mup
Il ponte della Navetta a Parma a inizio '900,
da Quartieri. Montanara, 2006 Mup
Il ponte della Navetta a Parma a inizio ‘900,
da Quartieri. Montanara, 2006 Mup

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