22.11.1933. Si accende il primo semaforo
22 novembre 1933 – Alle sette del mattino si accende il primo semaforo di Parma, che in città in molti chiedono da quasi un anno. Il problema è il traffico all’incrocio al centro di via Mazzini, dove le auto e i tram provenienti da via Garibaldi e da via Branchi (via Cavestro), minacciano sempre di scontrarsi con quelli che vanno su e giù fra la piazza e il ponte di Mezzo.
In quel quadrivio, appollaiato su una minuscola pedana circolare, sta sempre un vigile urbano, che alza e abbassa le braccia per tutto il santo giorno. Ma lo spazio è poco e a volte il vigile pare più un ostacolo ulteriore che non la soluzione al problema.
E allora perché non portare anche a Parma questa nuova tecnologia viabilistica? I semafori, con le loro lampade verdi, gialle e rosse, sono da tempo in uso per le linee ferroviarie, ma sulle strade vengono visti ancora come una novità.
A Londra, già da fine 1868 si usano segnali luminosi azionati manualmente per gestire il traffico, anche se l’invenzione del semaforo elettrcico è di un vigile americano, di Cleveland in Ohio, che stanco di muovere palette, costruisce personalmente il primo semaforo e lo usa dal 5 agosto 1914. Nel giro di qualche anno, questa idea innovativa si espande anche al Vecchio Continente. A Milano ci sono semaofori dal 1925.
A Parma, la proposta è accolta come sperimentazione. Una scatola con luci colorate viene sospesa a quattro fili proprio al centro dell’incrocio. All’inizio, per controllare che tutti abbiano capito come funziona il semaforo, resta anche il vigile, pronto a redarguire e se serve anche a multare chi non si ferma al rosso o chi non riparte al verde. Invece dell’arancione, c’è il giallo, che si accende sempre assieme al verde, ad avvisare il prossimo passaggio al rosso. Viene attivato dalle sette del mattino alle 21.
L’esperimento funziona: non solo il traffico pare più scorrevole, ma anche il numero di incidenti piccoli e grandi diminuisce.
L’esperimento è riuscito e di qui, negli anni seguenti, moltissimi incroci di Parma vengono dotati di semaforo, così come parallelamente accede in tutte le città italiane.
Alcuni decenni più tardi, diversi di questi semafori saranno sostituiti dalle rotatoria. Ma non il semaforo a metà di via Mazzini, in servizio da 91 anni.
Due giorni prima dell’accensione del semaforo, Parma ha conosciuto anche i suoi primi sensi unici – in vie larghe meno di cinque metri – e le prime limitazioni alla circolazione di determinate categorie di veicoli – viale Toschi vietato ai camion e qualche vicolo alle biciclette –.