
21.2.1919. Il violino concertista di Giovanni Bolzoni
21 febbraio 1919 – A sera inoltrata, nella sua casa in piazza Castello a Torino, si spegne Giovanni Bolzoni, violinista, compositore e direttore d’orchestra, figlio di Parma e del suo conservatorio, musicista concertista fra i maggiori d’Italia.
Per il suo funerale ha disposto che non si facciano discorsi. Non è mai stato uomo di tante parole: lui si esprime con le note. E se da giovane aveva provato – come tutti a quel tempo – a buttarsi nella lirica, col tempo capisce di essere destinato alla sola musica, arrivando alle romanze senza parole.
Nel 1852, a 11 anni, entra nella Regia scuola di musica, studiando violino. Sette anni più tardi è pronto per una carriera di successo.
A Parma, al Teatro Regio, l’11 ottobre 1870 va in scena per la prima volta una sua opera lirica, Un matrimonio civile, con undici repliche. Nell’autunno 1875, al Teatro Reinach, è la volta della Stella delle Alpi.
Ma Bolzoni è chiamato ad uscire dalla sua città, per conquistare uno spazio tutto suo nel panorama musicale nazionale.
Studi di arte classica e sinfonica lo spingono a lasciare la lirica per la musica concertistica e da camera, uno fra i pochi a praticarla nella penisola. Anche per questo Giuseppe Verdi non ha dubbi nel raccomandarlo nel 1884 per la direzione del Regio di Torino, città dove si ferma per sempre, guidando anche per quasi 30 anni il Liceo musicale, elevato da scuola tecnica ad istituto di alta cultura.
Gli impegni artistici e quelli didattici non gli impediscono mai di proseguire con la scrittura. Crea oltre 200 composizioni per archi, per fiati e per orchestra. A Roma nel 1910 e a Torino nel 1913 si tengono concerti dedicati esclusivamente a sue composizioni.
Parma ricorda Giovanni Bolzoni con una via a lui dedicata fra Donizetti, Mascagni e Migliavacca.

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Succede il 21 di febbraio:

