Età contemporanea,  Politica

21.2.1900. Le città alzano la testa: la genesi dell’Anci

21 febbraio 1900 – Per iniziativa del socialista Ferdinando Laghi, nasce a Parma l’idea delle autonomie locali. In Consiglio comunale, Laghi propone di fondare una lega di Comuni che si opponga al sempre più marcato centralismo dello Stato italiano. La mozione è approvata all’unanimità. Il documento chiede che i Comuni si uniscano “per ottenere dal potere legislativo l’autonomia tributaria e amministrativa necessaria alla funzione economica e sociale del municipio moderno”.

Dopo il voto a Parma, anche il Municipio di Milano approva una mozione simile. Il sindaco di Parma Giovanni Mariotti viene allora incaricato di organizzare il primo congresso dei Comuni italiani, che si terrà sempre a Parma il 17 ottobre 1901. Partecipano 674 sindaci ed altri 370 aderiscono con lettere formali. Nasce così l’Anci – Associazione nazionale dei Comuni italiani, ancor oggi attiva. Il primo presidente è il sindaco meneghino Mussi e Mariotti il suo vice. Pochi anni dopo, a dirigere la rivista dell’Anci sarà il parmigiano onorevole Giuseppe Micheli.

L’Anci tornerà a riunirsi a Parma il 19 settembre 1921, quando Luigi Sturzo rilancia le istanze di autonomia tributaria degli enti locali. Mancano poche settimane alla marcia su Roma e all’avvento del fascismo, che fa rima con centralismo: quelle proposte sono destinate a cadere, soffocate dalla retorica nazionalista.

L’Italia è da sempre una terra di città, come in nessun altro luogo del mondo. Ogni città ha una sua identità ed una sua vitalità, che uno Stato forte e dirigista opprime e non mette a frutto. Purtroppo, nella storia dell’Italia unita tale evidenza è sempre stata ignorata.

Il Municipio di Parma in una cartolina del 1900
Il Municipio di Parma in una cartolina del 1900

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