21.12.1628. Per il Farnese, Monteverdi inventa il golfo mistico
21 dicembre 1628 – Mercurio e Marte di Claudio Monteverdi e Claudio Achillini inaugura il Teatro Farnese di Parma, che da dieci anni era chiuso, nuovissimo, in attesa di musicisti, cantanti, attori e pubblico.
Era il 26 ottobre 1604, quando il duca di Parma Ranuccio fu portato a teatro a Firenze dal suo ospite, il granduca Cosimo II. Quella sera, assistettero alla Dafne di Rinuccini e Peri. Il signore di Parma restò così impressionato dallo spettacolo che tornò nella sua città con l’idea chiara di voler far costruire anche lui un bellissimo teatro, più grande e più bello di quello di Firenze, perché diventasse il centro delle feste.
Perché il sogno si realizzi, occorrono però diversi anni. Nel 1617, il duca chiama a Parma l’architetto Giovan Battista Aleotti, che arriva gli ultimissimi giorni di novembre. Aleotti trasforma l’enorme sala armi del Palazzo della Pilotta nel Teatro Farnese. Dirige personalmente i lavori fino al marzo del 1618, poi se ne va per motivi misteriosi. Ma l’opera prosegue, affidata a Enzo Bentivoglio, che alla fine del 1618 conclude la costruzione di palco, scena e gradinate.
Tutto pare pronto per la prima rappresentazione, La difesa della bellezza di Alfonso Pozzo. Ma – sempre per motivi misteriosi – lo spettacolo non va in scena. Una data precisa per questo mancato evento non viene mai fissata; si dovrebbe svolgere in occasione della visita a Parma proprio del granduca Cosimo: Ranuccio vuol superare quel che vide nel 14 anni prima. Ma il Medici si ammala e non viene mai.
Così, il teatro resta chiuso. E incredibilmente lo resterà per dieci anni. Proprio fino a questo 21 dicembre 1628, quando il matrimonio fra il duca Ottavio Farnese e Margherita de’ Medici (sì, ancora i Medici) offre finalmente l’occasione per l’inaugurazione.
(Del resto, non è l’unico teatro a Parma costruito e poi tenuto chiuso: il Teatro dei dialetti in viale Mentana, edificato fra 2007 e 2008, dopo 17 anni non è mai stato inaugurato!!)
Lo spettacolo del 1628 prevede una naumachia, una battaglia navale, per la quale occorre allagare il teatro, con tanto di pesci vivi. Ma questo non è un problema: già nel 1617 Aleotti prevedeva un effetto uguale e il Farnese è predisposto per riempirsi e svuotarsi d’acqua.
Il vero ostacolo per Monteverdi, che frequenta Parma per due anni per preparare Mercurio e Marte, è l’acustica. Le orchestre del Seicento non sono abituate a teatri così grandi: come garantire un buon ascolto a tutti?
Il maestro Monteverdi trova la soluzione, inventando il golfo mistico: per la prima volta, il 21 dicembre 1628, un’orchestra suona stando raccolta in una sorta di buca, così da poter stare vicina al pubblico, ma non vista per non interferire con lo spettacolo, e il suono si propagherà dal basso.
Lo spettacolo è un successo e il Teatro pure.