21.1.1596. Il cospicuo patrimonio dei poveri di Parma
21 gennaio 1596 – Nasce il Patrimonio dei poveri infermi, un vasto insieme di terre e denaro amministrato dalla Congregazione di Carità, che per quattro secoli ha sostenuto la sanità degli indigenti della città.
Questa congregazione, fondata nell’anno 1500, ha sviluppato un duraturo servizio sanitario a domicilio, forse il primo in tutta Europa. Medici, farmaci, elemosine, doti, posti in convitto gestiti dalla Carità, sono finanziati dai proventi del Patrimonio dei poveri infermi.
Fondata da un francescano – Francesco da Meda –, la congregazione deve restare povera per statuto. Nei suoi primi 95 anni di attività, ha devoluto subito ai poveri ogni soldo raccolto. Ma si è resa così conto che per garantire un sostegno costante a chi ne ha bisogno, non ci si può poggiare solo sulle offerte del momento. Così, in questo 21 gennaio 1596, stabilisce il Patrimonio: tutto ciò che verrà donato, soprattutto attraverso testamenti, sarà considerato sì dei poveri di Parma, ma non speso, bensì investito; si potranno spendere e distribuire solo le rendite del Patrimonio, così da garantire un gettito costante, anche alle generazioni future.
Con questo espediente, la Congregazione di Carità ha offerto alle categorie più fragili aiuti cospicui fino agli ultimi decenni del Novecento. Nel 1767, il Patrimonio dei poveri infermi contava terre per 2.657 biolche e mezza (810 ettari), nel 1817 3.829 biolche (1.180 ettari), nel 1912 1.777 ettari. Senza contare titoli finanziari ed immobili urbani.
Nel 1977, la Congregazione di Carità, diventata di San Filippo, si fonde con l’Istituto Mario Romanini, dando vita ad Iraia (Istituti riuniti per inabili e anziani) e perde le sue attività sanitarie. Le terre del Patrimonio iniziano allora ad essere vendute e svendute, per finanziare nuovi servizi per gli anziani. Oggi Iraia è diventata Asp Parma e conserva ancora gli ultimi di quei poderi dei poveri.