20.9.1958. Addio al mondo delle case chiuse
20 settembre 1958 – Entra in vigore la Legge Merlin e anche a Parma chiudono tutti i casini. In città, quelli che nella sera di questo 20 settembre svolgono gli ultimi servizi sono cinque, in via Dalmazia, piazzale Sant’Apollonia, borgo Valla, borgo San Silvestro e borgo della Morte.
Nel corso del tempo, Parma ha avuto un numero notevolissimo di case di piacere, che aprono e chiudono come oggi i bar. Non se ne parla mai apertamente, si preferisce dirli “case da thè”, ma tutti i parmigiani sanno cosa sono e dove sono.
Quello di borgo della Morte, in Oltretorrente, è uno dei più popolari. In borgo Garimberti ha invece già cessato l’attività il Paradisino, bordello di lusso con giardino e fontana. Gli studenti pare abbiano preferito quello di borgo Tasso, finché pure lui non ha serrato i battenti.
Nei postriboli, sempre gestiti da donne, lavorano sia ragazze del parmense che di fuori città. Molte girano per presentarsi come novità. Di solito il ricambio è al 15 del mese e i clienti abituali aspettano questo giorno con trepidazione.
Alcune prostitute (ma al tempo si preferisce definirle “silfidi” o “mondane”), sono molto note in città. Nuccia Sartori è famosa per la bellezza: è soprannominata “la Venere di borgo della Morte”. Maria Bommezzadri di Fontevivo per la lunghissima carriera senza mai lasciare Parma. Il nome di Emma Polonelli, invece, diventa comune ai parmigiani per i continui screzi con la polizia, che più volte la ferma perché cerca di adescare clienti in strada: lei ogni volta reagisce con insulti e ha pure ferito due agenti che la scortavano dopo una condanna in tribunale.
I casini, fino al giorno della soppressione, funzionano secondo regole ben precise. Hanno orari di apertura uguali per tutti, devono avere una licenza, così come un permesso deve ottenere ogni singola prostituta.
Tuttavia, queste norme non riescono mai a regolare davvero il mercato del sesso. Anche a Parma sono frequenti le multe a case chiuse aperte oltre gli orari stabiliti. E ne aprono spesso di clandestine, a volte con una sola donna che si mette in proprio, altre volte con più donne.
Nell’ottobre 1926, quattro prostitute sono arrestate in borgo Gazzola perché la casa di tolleranza in cui ricevono è abusiva. L’anno dopo, in gennaio la polizia fa irruzione in borgo Marmirolo sorprendendo tre prostitute e multando la tenutaria Emma Del Giudice e in maggio viene scoperta e chiusa un altro casino clandestino con due meretrici in borgo Sant’Anna. Nello stesso borgo, un nuovo bordello clandestino è scoperto nel febbraio 1930, dove sono impiegate popolane della città. E sono solo pochi esempi.
Le meretrici devono essere maggiorenni – fino al 1975 lo si diventa a 21 anni –, ma capita più volte che nei casini di Parma si scoprano ragazzine. Nell’aprile 1913, Maria Agosti, tenutaria del postribolo di borgo San Silvestro, è processata per lenocinio, avendo assunto come prostituta una ragazzina minorenne, ma è assolta, poiché questa aveva dichiarato più anni di quelli davvero compiuti. Nell’aprile 1922, due investigatori di Bologna ritrovano nella casa di piacere di borgo Valla a Parma una minorenne scappata da Bibbiano da qualche tempo; accompagnata in questura, viene chiusa in camera di sicurezza in attesa del ritorno dai genitori. Nell’estate 1923, a Modena vengono arrestate quattro persone ritenute responsabili di un commercio di prostitute minorenni parmigiane, che dotate di documenti falsi, vengono mandate a vendersi in diverse città
Anche i clienti devono essere maggiorenni, ma c’è chi chiude un occhio sull’età. Nell’aprile 1927, ad esempio, la gestrice di un casino è multata per aver fatto entrare due ragazzi troppo giovani.
Non c’è anno senza i suoi fatti di cronaca avvenuti nei casini, dove spesso la polizia indaga sapendoli porti nei mari delle vite in tempesta. Vi accadono omicidi, suicidi, arresti. Ad esempio, l’11 dicembre 1913, nel postribolo di piazzale Sant’Apollonia viene arrestato un ladro svizzero assieme ad una prostituta arrivata da Parigi un mese prima, Giovanna Auer: all’arrivo della polizia, questa indossa un paio di orecchini rubati a Milano. Nei processi non è raro che le prostitute siano chiamate come testimoni di segreti confessati fra le coperte. O molto più banalmente, le case chiuse sono luogo di tafferugli causati da uomini che pretendono i servizi delle ragazze anche quando stanno riposando: la notte del 27 novembre 1926, la maîtresse di borgo della Morte è minacciata da tre uomini che non vogliono saperne di aspettare la sera seguente.
Il 20 settembre 1958 è l’ultimo giorno di questo variegato sottobosco.