20.9.1426. L’Angiol d’Or torna sul campanile

Facebook Twitter Pinterest 20 settembre 1426 – Torna a casa l’Angiol d’Or, la statua che veglia su Parma dall’alto del campanile della cattedrale. È la prima volta che è stato tolto dalla sua sede, ma aveva bisogno di un restauro. Un artigiano ha ripristinato la lamina di rame dorata che ricopre la statua ed ha lasciato un’iscrizione sul metallo a memoria del suo intervento. L’Angelo scenderà ancora tre volte dal suo alto osservatorio, nel 1689 per un secondo restauro e nel 1840 per riparare il perno attorno al quale gira. La statua infatti non guarda mai nella stessa direzione, ma si fa dirigere dal vento. La notizia di questi interventi si deve ad una una strana spedizione di eruditi che si svolge nel 1837, quando sull’Angelo del Duomo non esiste ancora nessuno studio. Per tre giorni di seguito, un gruppetto di studiosi capeggiato dallo storico Angelo Pezzana sale fin sotto il cono che fa da tetto al campanile per scrutare la statua con il telescopio dell’Osservatorio dell’Università, prestato da Antonio Colla. È l’archivista Tommaso Gasparotti a scorgere per primo la piccola iscrizione del 1426, poi letta da Michele Lopez, direttore del Museo di Antichità. Una settimana dopo, il 25 aprile, Pezzana manda il giovane Carlo Malaspina (che poi compilerà il vocabolario Parmigiano-Italiano) ad arrampicarsi fin sulla guglia con carta e carboncino, per fare il calco della scritta. E Malaspina ricalca anche l’incisione fatta dietro l’ala sinistra in occasione del restauro del 1689. Proprio le osservazioni di quegli studiosi convincono i responsabili della Cattedrale ad intervenire ancora sull’Angelo, da cui le riparazioni del 1840. Allora, si pensava che il 20 settembre 1426 fosse la data di costruzione della statua. Solo a inizio Novecento, lo studioso don Nestore Pelicelli sostiene che l’Angelo stia lassù fin dalla fine dei lavori di costruzione del campanile, cioè dal 1294, tesi poi ripresa da molti. La statua è composta da due gusci cavi di rame fusi e uniti a martello, uno con il ventre e l’altro con il dorso. L’angelo ha le ali aperte e tiene in una mano una croce greca e nell’altra un lembo della sua stola. È alto un metro e quaranta centimetri. La statua scende ancora per un’ultima volta nel 1962, per non risalire più: è stata infatti sostituita con una copia. L’originale medievale per qualche anno resta sopra un capitello al centro della navata centrale del Duomo, sul bassorilievo del sacrificio di Abramo. Poi trova la sistemazione definitiva nel Museo diocesano.Anche la copia avrà modo di scendere dal campanile per alcuni mesi, dopo essere stata colpita da un fulmine il 21 ottobre 2009, alle ore 2,29, orario su cui si è fermato l’orologio della cattedrale. Che angelo è? Si tratta di Raffaele, protettore della famiglia e della salute, “rafa el” in ebraico significa infatti “Dio guarisce”.