Cronaca,  Medioevo

20.5.1418. Razzie e rapimenti in nome del duca di Milano

20 maggio 1418 – All’alba, 1.200 cavalieri attraversano le acque della Parma all’altezza di San Leonardo portando 150 prigionieri uomini, sei donne e un gran numero di animali razziati nelle fattorie, più di 4.000 capi di bestiame.

A capo di questo piccolo esercito di predoni sta Rolando Pallavicino, che lavora per Filippo Maria Visconti, il duca di Milano. Parma, da alcuni anni è un possedimento di Niccolò III d’Este, ma lo Sforza vorrebbe tornasse sotto il controllo della propria famiglia, e ancor di più lo vuole il Pallavicino, che conta di esserne nominato governatore.

È stato proprio Rolando a convincere Filippo Maria a prestargli i cavalieri. La mattina di ieri, 19 maggio 1418, li ha portati fin sotto le mura di Parma. Poi nelle campagne, fino a Colorno, a Sorbolo, a Vicopò, a Gainago. E ovunque sono passati, i soldati hanno bruciato e preso.

Il loro scopo è convincere l’Estense che non ha nessuna convenienza a tenersi Parma, e a diffondere il malcontento fra la gente.

Nell’immediato, la scorreria non pare sortire gli effetti cercati, tuttaltro. I parmigiani sanno bene che è stato Filippo Maria ad aver distrutto le campagne, rapito i contadini e rubato le bestie. Nei giorni successivi a questo 20 maggio, una folla inferocita cancella lo stemma dei Visconti che restava dipinto sul Palazzo del capitano dai tempi del duca Gian Galeazzo: al posto del biscione, le autorità municipali fanno ridipingere gli scudi di Niccolò d’Este e di sua moglie Laura Malatesta.

Ma a Ferrara, Niccolò ragiona sull’inutilità di insistere con Parma. Se per fare la pace con il potente duca di Milano ci deve rinunciare, è disposto a farlo. Anche perché finora Parma è stata solo un costo: deve mantenervi una guarnigione costantemente in allerta e da quel contado sempre a ferro e fuoco non si può pretendere nulla.

La razzia di questo maggio era stata preceduta da molti attacchi simili, anche se spesso in scala minore. Ma è l’ultima: Niccolò invia emissari a Milano e propone un accordo; si impegna a cedere a Parma al Visconti fra due anni, in cambio di una tregua che duri fino a tale scadenza; Filippo Maria accetta subito.

Per Parma inizia un periodo tranquillo dopo decenni di scontri e distruzioni.

L’Estense manterrà la parola: nel 1420, dopo quasi 11 anni di signoria, venderà Parma a Milano per 28.000 fiorini d’oro.

Dei 156 rapiti il 20 maggio 1418 non si hanno più notizie.

Armature su modello medievale esposte nel castello di Bardi
Armature su modello medievale esposte nel castello di Bardi

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.