
20.5.1253. Giberto da Gente primo signore di Parma
20 maggio 1253 – Nella piazza del Duomo, di fronte ad una grande folla, viene stipulata la pace fra la fazione guelfa, che controlla la città, e quella ghibellina, i cui esponenti esiliati da anni guerreggiano per rientrare; i rappresentanti delle due parti si giurano reciprocamente perdono. Protagonista della scena è Giberto da Gente, podestà dei Mercanti, che pochi mesi prima è stato nominato anche podestà del Popolo.
Il suo grande successo nelle trattative per la pace gli aprono la strada per il controllo sulla città: Gilberto di qui a poco diventerà il primo signore di Parma.
Il 18 giugno il Comune lo nomina podestà, ritenendolo il miglior garante della pace. Il 28 novembre gli assegna il potere di comandare sui soldati, di custodire del territorio, di giudicare quando un raduno è contrario la quiete pubblica. L’anno successivo è dichiarato Signore della città per dieci anni, con ereditarietà della carica se fosse morto nel corso del decennio.
La signoria di Da Gente dura però poco. Viene deposto nel dicembre 1259, per il sospetto che intenda favorire il marchese Oberto Pallavicino della fazione ghibellina. Al suo posto è nominato un nuovo podestà con poteri assai più contenuti, e gli scontri riprendono presto. Giberto proseguirà la sua carriera politica come podestà a Pisa e poi a Padova.
In circa sei anni Giberto da Gente è riuscito comunque a fare diverse cose. Fra i provvedimenti adottati sotto di lui sono la produzione di quattro coppie manoscritte degli Statuti di Parma, una delle quali, quella tenuta legata con una catena in Municipio per la pubblica consultazione, è l’unico testimone di questi tempi. Abolisce poi l’antica legge che permetteva di devastare le case dei debitori insolventi a discrezione dei creditori insoddisfatti. Obbliga ogni famiglia che abita in montagna di piantare filari di viti e nelle campagne decine di ulivi. A Monchio di Mulazzano è oggi un ulivo cui tradizionalmente si riconoscono 800 anni di età; chissà se è uno degli alberi che volle Giberto.

Nel 1253, il podestà risiedeva nel Palazzo del Torello, dove ora è la banca Carisbo
(disegno di Loreno Confortini, 2008)

forse uno di quegli ulivi che Giberto da Gente impose di piantare in tutto il territorio di Parma

