
20.2.1979. Terroristi arrestati in viale Piacenza
20 febbraio 1979 – Ad un posto di blocco in viale Piacenza, la polizia blocca una Fiat 128 rubata con a bordo quattro giovani e un carico di pistole, tritolo, passamontagna e parrucche.
Questo arsenale serve per fare attentati. Gli inquirenti sono sicuri di avere a che fare con aspiranti terroristi. Siamo pur sempre nel pieno degli anni di piombo…
L’arresto dei quattro scoperchia un vaso di Pandora. Ad indagare su di loro è il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che ne scova il nascondiglio in una ex scuola abbandonata in Appennino. Documenti qui rinvenuti permettono di individuare altri estremisti, che nei giorni successivi vengono catturati a Firenze e a Pisa.
In viale Piacenza sono fermati Carmela Pane, salernitana studentessa di Lingue; Rocco Martino, calabrese iscritto a Medicina; Johanna “Gaby” Hartwig di Norimberga e Willy Rudolf Piroch, di Neumark. Il caso assume subito valenza internazionale, coinvolgendo la polizia tedesca, che conosce bene questi ultimi due nomi per le frequentazioni di circoli sovversivi di stampo anarchico; in Germania, lui ha già tirato una bomba contro una caserma.
Fanno tutti parte di Azione rivoluzionaria, nata poco più di un anno prima, ispirata proprio da un’analoga organizzazione armata tedesca. Azione rivoluzionaria ha già compiuto alcuni omicidi mirati e attentati dinamitardi, ma a seguito degli arresti del 1979 il gruppo si scioglie.
I quattro presi a Parma sono processati per direttissima il 7 marzo e tutti condannati, con pene per 9 anni di reclusione. Circa altre 80 persone individuate grazie alle loro carte andranno a processo a Livorno l’anno dopo. Azione rivoluzionaria non esiste più.
Qualche militante che sfugge alla cattura entrerà a far parte di Prima linea, altra organizzazione terroristica di sinistra.

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Succede il 20 di febbraio:

