20.10.1863. Inventori in cerca di tutela, fra treni, motori e barometri
20 ottobre 1863 – “Si sappia che io, Eugenio Vincenzi di Parma, in Italia, tenente di artiglieria, ho inventato alcuni nuovi e utili miglioramenti negli apparati per il segnalamento nelle ferrovie mediante mezzi elettrici. Lo scopo della presente invenzione è di fare segnali sulle ferrovie mediante energia elettrica, per la prevenzione degli infortuni”.
In questo 20 ottobre 1863 è registrato il primo brevetto a nome di un parmigiano di cui abbiamo notizia: l’avvisatore elettrico delle locomotive.
Il signor Vincenzi è originario di Modena e le sue precedenti invenzioni le ha registrate come ingegnere modenese. Da giovane, nel 1851, ha inventato una macchina per tracciare linee sulla carta, il mitografo o macchina metrigrafica, che gli ha fruttato non pochi soldi. Poi ha migliorato il telaio di Jacquard, che tesse stoffe secondo disegni segnati su pannelli forati, meritandosi una medaglia d’onore nel 1858.
Ora che si è recato negli Stati Uniti, però, dichiara di essere di Parma. Là in America, dal 1860 è scoppiata la febbre delle ferrovie, con molti cantieri per portare i binari sempre più lontani. Vincenzi dà il suo contributo inventando un sistema che segnala i pericoli. Come avvisare il macchinista di un treno in corsa di un ostacolo sulla linea o di un altro convoglio che procede in direzione contraria? Vincenzi propone di montare sui treni batterie capaci di entrare in contatto con le linee del telegrafo attraverso fili sospesi, in modo tale che se un capostazione ha qualcosa da segnalare, stacca la corrente e sulla locomotiva di passaggio si accende una lampadina e parte un suono di allarme. Nei decenni successivi, il sistema è stato migliorato e modificato molte volte, ma in concreto la sicurezza dei treni resta legata a segnali elettrici scambiati fra locomotori e stazioni.
La seconda metà dell’Ottocento, come i primi del Novecento, sono un’epoca d’oro per gli inventori. In tanti registrano brevetti più o meno originali, non in Italia però, perché fino al 1939 qui manca una protezione dei brevetti. Così gli inventori registrano le loro idee innovative negli Stati Uniti o in Germania. È per questo che per il suo avvisatore elettrico, Vincenzi si è recato fino a Washington.
Ad esempio, il 9 maggio 1878 il parmigiano Carlo Frattini inventa un ponteggio mobile basato su elementi modulari assemblabili, con ruote per essere spostati alla bisogna, innovazione fatta certificare in Germania, così come un suo piccolo battello che si gonfia automaticamente una volta gettato in acqua, patentato il 13 settembre 1889.
Il 23 febbraio 1910, Felice Jacovello, professore di Fisica dell’Università di Parma, registra a Berlino un apparecchio generatore di corrente alternata che riesce poi a vender all’esercito, rompendo così il monopolio di Guglielmo Marconi nel settore. A Parma viene anche progettato un sistema di illuminazione pubblica basato su questa invenzione, che non verrà però mai messo in atto.
Il 15 agosto 1911, Giuseppe Agolini, registra pure lui in Germania il progetto di un barometro capace di annotare sulla carta ogni variazione di pressione nell’aria. Si tratta del perfezionamento dell’invenzione di suo padre Giulio Antonio, il barometrografo, che già si produce in una apposita fabbrica aperta a Parma nel 1907. Dieci anni più tardi, tutti gli aerei italiani impegnati in guerra, ma anche quelli americani e di altri Paesi alleati utilizzeranno questo barometro.
Alessandro Cuccurullu, che si dice di Parma, il 25 aprile 1911 negli Usa registra il brevetto di una pistola automatica a sei colpi.
Il 29 dicembre 1911, il parmigiano Ferdinando Triani registra nell’Impero tedesco il progetto di un motore a scoppio a gas con candele da lui inventato.
Veraldo Calzetti, il 5 maggio 1925 negli Stati Uniti registra il brevetto di un “apparato ginnastico”, un prototipo di panca regolabile per esercizi fisici.