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20.1.1964. Undici giorni senza chiudere occhio

20 gennaio 1964 – Un ragazzo di 19 anni guadagna il record di più lunga veglia di sempre: non ha dormito dal 10 del mese, raggiungendo le 265 ore senza sonno. Ma ancora resiste e riesce a rimandare ulteriormente il letto, non chiude gli occhi fino fin oltre la mezzanotte. Alla fine rimane sveglio per 272 ore di seguito.

La singolare prestazione di Giuliano Fantoni, imbianchino parmigiano, attira l’attenzione di molti. Di lui parlano media in diversi Paesi d’Europa. Anche se nessuno capisce bene il motivo per cui il giovane si è autoinflitto una prova così dura.

In un filmato della Rai, il giovane afferma che l’impresa è un’opera d’arte. Quest’idea del non dormire per giorni è una moda del 1964. Fantoni è un epigone dell’americano Randy Gardner, che fra dicembre e gennaio, nel corso di un esperimento scientifico della Stanford University, ha conquistato il primato di stato vigile: 264 ore e 25 minuti. E nel mondo altri ragazzi si sono lanciati in simili tentativi con formule fai da te.

Fantoni passa le giornate senza sonno al bar Rita di viale Fratti, nutrendosi di latte, uova e carne di cavallo cruda. E beve molti caffè, tanto che gli hanno anche fatto firmare un contratto per la pubblicità di una torrefazione. La notte si ferma in un’officina, sempre qui alla periferia del centro urbano, in compagnia del guardiano notturno. Passa continuamente dallo star seduto al camminare, con movimenti ritmici dei piedi e delle spalle, per costringere i muscoli a non assopirsi.

Finalmente, in questo 21 gennaio, il traguardo è raggiunto. Ma Fantoni vuole tirar diritto. Ancora qualche ora. Ancora qualche minuto. Poi cede al sonno e si interrompe la sua tortura, alla 272^ora.

Il record però non durerà a lungo. Altri imitatori di Gardner stanno già insidiandolo. Il primato regge solo 25 giorni. Il 15 febbraio, in Finlandia, Toimi Soini di Hamina raggiunge un nuovo traguardo: 276 ore di veglia. Povero Fantoni.

Giuliano Fantoni in un’intervista alla Rai del gennaio 1964 (patrimonio.archivioluce.com)

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