2.6.1540. A Parma Da Loyola sperimenta gli esercizi spirituali
2 giugno 1540 – Diego Lainez avvisa per lettera sant’Ignazio da Loyola che a Parma, con sua grande soddisfazione, è scoppiata la moda degli esercizi spirituali. I Gesuiti hanno conquistato i cuori dei parmigiani ancor prima di essere fondati! Anzi, è anche grazie a quel che succede a Parma fra 1539 e 1540 che la Compagnia di Gesù ha potuto sorgere.
Nel 1534, sette studenti della Sorbona di Parigi avevano giurato di impegnare la vita a predicare Gesù in giro per il mondo. Da Loyola è la loro guida. Ma perché il nuovo ordine possa davvero iniziare ad operare, occorre l’approvazione del pontefice, al quale i sette promettono assoluta obbedienza.
Nel 1538, da Loyola raggiunge Roma per chiedere a Paolo III questa approvazione. Lo accompagnano san Pietro Favre e Diego Lainez. Pochi mesi dopo, la bozza per lo statuto dei Gesuiti è pronta, ma il papa è riluttante a scrivere la bolla di emanazione: la curia romana ritiene che sarebbe meglio ridurre il numero degli ordini, altro che fondarne di nuovi.
Così, il papa decide anzitutto di mettere alla prova questi giovani. È allora che Lainez e Favre sono mandati a Parma: si sperimentano qui le effettive capacità dei seguaci di Loyola.
I risultati si vedono subito.
L’insegnamento ignaziano passa attraverso gli esercizi spirituali, attività di meditazione, preghiera e contemplazione che sant’Ignazio ha descritto nel suo libro più famoso. Lui che è stato soldato, sa che per far bene le cose occorre esercitarsi, anche nelle cose spirituali. E Parma è forse la prima città al mondo dove questa novità si diffonde.
“Gli Esercizj crescono di giorno in giorno. Molti dei già esercitati li spiegano a quelli che ancor non li fecero, chi a dieci, chi a quattordici persone, e non sì tosto è compiuta una muta, se ne comincia un’altra. Così vediamo i figli dei figli sino alla terza generazione”, scrive Lainez in questo 2 giugno 1540, a meno di un anno dal suo arrivo in città.
Favre, in una lettera del 25 marzo, già annunciava a da Lojola di non poter “più inviare minuti particolari degli Esercizj; tanti sono quelli che li danno che non può farsene il conto. Tutti vogliono provarli, uomini e donne; e i sacerdoti, subito che li hanno fatti, cominciano a darli agli altri”.
Sant’Ignazio ne approfitta subito. A Roma, diffonde il più possibile le notizie di successo che vengono da Parma, per persuadere il pontefice e i cardinali ad approvare il suo nuovo ordine. Paolo III si convince presto e il 27 settembre 1540 emana la bolla con lo statuto della Compagnia di Gesù.
Il papa ha scelto proprio Parma per questa prova perché la città attraversava un momento di particolare sbandamento.
Parma è aggregata agli Stati pontifici dal 1512. All’inizio è un disastro; così la descrive il governatore Gian Angelo de Medici (poi Pio IV): “Veramente che da molti mesi e in qua è stata questa città peggio che un bosco de Baccano: tanti omicidi, furti et saxinamenti sono fatti. Né era lecito al procuratore dir la ragione del suo cliente, che gli era tagliato le gambe; a l’offeso non bastava l’animo di querelarsi, né ad altri dir testimonio della verità, per paura de non esser morti, feriti et bastonati”.
In un poco più di anno, Favre e Lainez raddrizzano la situazione, rivolgendosi anzitutto a persone altolocate, perché da loro il richiamo ad una maggior moralità si diffonda fra la popolazione.
I due abitano nell’ospedale della Disciplina vecchia, in borgo Santo Spirito. Favre insegna la Scrittura nella chiesa dei Santi Gervaso e Protaso (poi Annunciata); Lainez in cattedrale. La predicazione porta una gran parte dei cittadini alla frequentazione dei sacramenti. Favre favorisce anche l’impegno in congregazioni laicali: avendo trovato a Parma 6.500 mendicanti, rilancia la Congregazione di Carità perché si occupi di opere di misericordia corporale e favorisce il “volontariato” femminile, chiedendo a molte dame di girare di casa in casa per portare aiuti.
Nelle sue Memorie spirituali, Favre ricorda il periodo parmigiano:
“Nel mese di maggio dell’anno 1539 maestro Laìnez e io, per comando del Pontefice romano, partimmo per Parma assieme al cardinale di sant’Angelo e ce ne rimanemmo lì fino al mese di settembre dell’anno 1540. Anima mia, ricordati dei benefici ricevuti in quel luogo da lui che operò così gran frutto attraverso noi e il reverendo Girolamo Domenech, cioè le confessioni, le predicazioni, anche quelle fatte in Sissa. E ci fu pure la malattia, che durò quasi tre mesi, cominciata il 25 di aprile dell’anno 1540”.
La missione a Parma termina non appena Paolo III approva lo statuto. Favre parte allora per la Germania. Lainez contribuisce a preparare il Concilio di Trento.