
19.4.1939. L’ospedale si attrezza per la guerra
19 aprile 1939 – Il prefetto di Parma scrive a tutto il personale sanitario dell’Ospedale Maggiore, bisogna prepararsi, a cosa non lo dice ma si capisce lo stesso: alla guerra. Il dittatore Mussolini, ancora “non belligerante”, dichiarerà guerra a Inghilterra e Francia il 10 giugno. Ma la decisione a inizio primavera era già presa.
Cosa devono fare medici ed infermieri del Maggiore? Accantonare farmaci, materiale per le medicazioni, scorte alimentari di lunga durata, e aumentare il numero di posti letto, con lavori edili anche sommari, nuove stanze da erigere nei cortili o stringendo le camere nei reparti, acquistando materassi e lenzuola.
Durante la Prima Guerra Mondiale, Parma si era trasformata in un enorme ospedale di retrovia, con ricoveri di decine di migliaia di soldati feriti trasportati dalle trincee; chissà mai se si dovrà ripetere l’esperienza anche in questa nuova guerra.
Andrà invece in modo molto diverso. Il modo di combattere è profondamente mutato. A Parma la guerra arriverà non con i treni dei feriti, ma con i bombardamenti aerei. Allora anche l’ospedale, assieme alle scorte, cercherà di difendersi.
Nel 1943, sui tetti di tutti i reparti di via Gramsci vengono dipinte grandi croci rosse, segnalazione ai piloti angloamericani, sperando che non colpiscano il nosocomio. Ma se dovessero attaccare lo stesso? Allora sono approntati otto rifugi nei sotterranei dei padiglioni; il Maggiore nel 1943 ha posto per 795 persone nei rifugi seminterrati, riservati a medici e pazienti. Un nono viene scavato sotto l’ospedale Ugolino, in Oltretorrente, con altri 140 posti, ed un secondo rifugio per la gente che abita nelle vie attorno. E poi si portano in ospedale sacchi di sabbia da mettere davanti a finestre e porte, tende oscuranti, maschere antigas, estintori; in caso di blackout, sono pronte le candele, alcune cucine a carbone e un paio di pompe a vapore, capaci di sollevare l’acqua dai pozzi anche senza corrente elettrica.
Nulla di tutto questo servirà, fortunatamente, né i posti letto per i soldati dal fronte, né i rifugi antiaereo: il Maggiore non viene mai colpito dalle bombe.

–
——————————
Succede il 19 di aprile:

