19.3.1258. Per la Val Taro… i Landi fanno pure carte false
19 marzo 1258 – Ubertino Landi acquista per 600 lire tutti i beni ed i diritti che il Comune di Piacenza aveva a Borgotaro, Compiano, Bedonia e nel resto della Val Taro e della Val Ceno, che in precedenza erano appartenuti ai Malaspina. Inizia qui la signoria territoriale dei Landi sulle due valli appenniniche.
Ma non era vero! Il documento che è all’inizio della signoria dei Landi è un falso, prodotto probabilmente una ventina di anni più tardi, per reclamare quelle stesse terre.
In molti ricordano la Donazione di Costantino, atto contraffatto dell’imperatore romano in favore del papa, in realtà fabbricato nel X secolo e a lungo spacciato come base giuridica dello Stato pontificio. Ecco, il documento alla base dello Stato dei Landi è una cosa del genere: un apocrifo prodotto a vantaggio di chi lo mostrava.
I Landi hanno realmente governato la Val Taro e la Val Ceno dalla fine del Duecento fino al 1578, quando quelle terre verranno incamerate dal Ducato di Parma dei Farnese. Ma per averne il controllo, Ubertino gioca sporco.
Nel 1257, i Landi vengono tutti banditi da Piacenza, la loro casa demolita, e si salvano chiedendo aiuto a Oberto Pallavicino e poi a Manfredi di Svevia. Ubertino Landi può tornare solo nel 1261 e nel 1276 è riconosciuto il suo diritto a riavere ciò che gli avevano tolto. Ecco che spunta fuori l’atto del 1258, scritto per reclamare più di quello che realmente aveva prima dell’esilio. Questo, unito al legame con i potenti Obertenghi, bastano per dar vita ad una signoria di 300 anni in questa fetta di montagna parmense.