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19.2.1420. Parma venduta per 28.000 fiorini d’oro

19 febbraio 1420 – Il duca di Milano Filippo Maria Visconti compra Parma per 28.000 fiorini d’oro. Gliela vende Niccolò III d’Este, signore di Ferrara.

È la seconda volta che i Visconti pagano per avere la signoria sulla città emiliana. La prima era stata nel 1344, quando Luchino Visconti (fratello del trisnonno di Filippo Maria) aveva sborsato 60.000 fiorini d’oro, andati a Obizzo III d’Este (nonno di Niccolò). Obizzo a sua volta aveva acquistato la città da Azzo da Correggio per 20.000 fiorini. Azzo l’aveva conquistata militarmente nel 1341.

In questi anni, le città passano rapidamente di mano, senza che gli abitanti possano minimamente influire sugli eventi. Comanda chi ha un esercito. Solo che spesso mantenere i soldati costa più che non trovare accordi col nemico. Così le città si comprano e si vendono. Sempre Niccolò d’Este, ad esempio, vende Cremona al condottiere Cabrino Fondulo per 25.000 fiorini e Brescia per 34.000.

Proprio per le spese militari, i Visconti avevano perso Parma all’inizio del secolo. Non riuscivano a pagare i debiti col loro condottiero più efficiente e più spietato, il parmigiano Ottobuono Terzi. Invece che versargli quanto gli aveva promesso, nel 1404 Giovanni Maria Visconti concede ad Ottobuono la signoria su Parma, poi anche su Reggio e su Borgo Dan Donnino (Fidenza) e il diritto di depredare Piacenza e rapinare chiunque navigasse sul Po. Ottobuono arriva perfino a mettere a sacco alcuni quartieri di Milano, città in cui formalmente prende ordini.

Alla fine, il condottiero viene fermato da Niccolò III d’Este, che gli tende una trappola. Ma invece che tenersi Parma, che Milano minaccia di riprendersi con la forza, Niccolò la offre subito a Filippo Maria Visconti.

Entrambi sono contenti. Assieme ai 28.000 fiorini, Niccolò porta a casa anche Reggio. Milano riottiene il controllo su Parma, che manterrà per tutto il secolo.

Parma in una rappresentazione del 1480, la più antica cartografia della città ad oggi esistente

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