19.11.1979. Delitto in Appennino: rapina ed omicidio
19 novembre 1979 – Un giovane di poco più di 20 anni uccide a bruciapelo un carabiniere. Assieme ad un complice, al mattino ha rapinato una banca. Scopo della rapina è pagarsi la droga.
La catena di eventi inizia a Modena, dove Augusto Abati e Patrizio Mazzanti rubano un’auto. All’età rispettivamente di 21 e 22 anni hanno già lunghe fedine penali. Agiscono spesso insieme. Rapine, furti, anche lo stupro di una suora laica. Vengono dalla provincia, fra Ferrara e Bologna, da famiglie che vivono da sempre di crimini.
L’auto serve loro per salire su nell’Appennino parmense, a Bardi. È mezzogiorno in punto quando, pistola in pugno, entrano nella filiale della Popolare di Modena. Il direttore, lì per lì, pensa sia uno scherzo, perché un’altra rapina c’era già stata qualche giorno prima. Invece è tutto vero.
I due banditi malmenano il direttore, dichiarano di stare compiendo una “rapina proletaria” per aiutare “compagni di lotta” in carcere. E se ne vanno con venti milioni di lire.
È per cercare loro che a Bardi arriva anche Luciano Milani, appuntato dell’Arma. Assieme a militari di altre stazioni della zona, viene mandato ad istituire posti di blocco sulle strade della Val Ceno.
A sera, da una trattoria a Ponte Raffi, arriva una segnalazione. Due ragazzi di fuori, un po’ agitati, si sono ceduti per cenare. Milani e altri tre carabinieri vanno laggiù per controllare l’identità dei due. Mentre prende i documenti dal giubbotto, Patrizio Mazzanti estrae anche la pistola e spara subito. Enrico Milani muore sul colpo.
La coppia di balordi riesce a scappare a piedi nei boschi, nel buio. Ma la fuga dura poco. Abati viene arrestato il mattino dopo all’alba in un campo poco lontano dall’osteria. Mazzanti è preso nel corso della giornata a Boccolo, poco oltre il crinale di confine con la provincia di Piacenza, dopo essere entrato in un bar per cercare da mangiare.
Il denaro viene tutto recuperato, assieme a dosi di metadone; altro che “rapina proletaria”: i soldi erano per pagare gli spacciatori.
Luciano Milani aveva 39 anni. Lascia la moglie e due figli piccoli, il minore di soli due mesi. A suo nome è intitolato un parco giochi a Bardi.