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19.1.1793. Quando era vietato mascherarsi a carnevale

19 gennaio 1793 – Per l’ultima volta prima dei grandi cambiamenti portati da Napoleone, a Parma sono rinnovati i divieti da osservare nel carnevale.

Il governatore Dionigi Crescini, per ordine del duca Ferdinando di Borbone, ripete le regole stabilite per la prima volta nel 1728: ci si può travestire, mascherare o truccare solo nei giorni e negli orari stabiliti dalle autorità. È vietato indossare falsi abiti da prete, da suora, da vescovo, da frate e ogni altro indumento da ecclesiastico. Sono vietati anche travestimenti con armi (ma questo è ancora così nelle feste a scuola!). Chi trasgredisce, subirà pene pecuniarie e corporali.

Questi limiti sono stati stabiliti in occasione delle nozze fra Antonio Farnese ed Enrichetta d’Este, poi estesi a tutte le successive feste e in particolar modo al carnevale. Ed hanno attraversato indenni i molti cambiamenti del secolo. Al principio del 1729, le regole per travestirsi a Parma sono state completate con disposizioni particolari per le maschere a teatro.

Prima ancora, vigevano divieti anche più stringenti. Nel 1720, maschere e travestimento erano stati proibiti del tutto, così come anche nel 1738. In questo secondo caso, il motivo è il lutto indetto dopo un forte terremoto. Ma in generale, i motivi delle proibizioni sono altri: anzitutto evitare che troppe libertà fra il popolo possano sfociare in disordini; e poi perché occorre sempre esprimere rispetto per la religione.

Fin dalle origini del Ducato di Parma, le leggi locali favoriscono sempre la fedeltà alle tradizioni cristiane, ai riti, alle feste liturgiche e alla dottrina. Ad esempio, ci sono norme che vietano il passaggio di carrozze durante le processioni, l’obbligo di professare pubblicamente la fede in Cristo per andare a scuola – sia per gli insegnanti che per gli alunni –, terribili pene per le bestemmie, come il forare la lingua con un punteruolo.

Il carnevale, un tempo che copre le nove settimane precedenti la Pasqua e favorisce gli eccessi, si sovrappone inevitabilmente con altre feste di valore religioso, che hanno però sempre la precedenza.

Carnevale a Roma (dettaglio), olio su tela di Johann Lingelbach, 1650, Kunsthistorisches Museum, Vienna
Carnevale a Roma (dettaglio),
olio su tela di Johann Lingelbach, 1650, Kunsthistorisches Museum, Vienna

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