18.9.1923. Nel parmense non ci sono più cinghiali
18 settembre 1923 – La Gazzetta di Parma pubblica un lungo articolo su un “cinghiale fantasma”, i cui segni sono apparsi sul monte Santa Cristina, vicino a Pellegrino, ma che nessuno è ancora riuscito a scorgere. Gli abitanti della zona ne hanno riconosciuto le impronte nel fango, ritrovato qualche ciocca di ispide setole, lamentano danni in un campo di melica calpestata. Ma il cinghiale rimane nascosto fra i castani.
E cosa c’è di strano? Che notizia sarebbe mai quella di un cinghiale in Appennino? È una notizia perché cento anni fa, di cinghiali nel parmense non ce n’erano più. Pur endemici fin dai tempi antichi, i cinghiali sono stati tutti uccisi dalla caccia nel corso del Settecento e dell’Ottocento, fino a scomparire. Così, ogni volta che ne viene avvistato un esemplare, negli anni Venti è subito una sorpresa.
L’articolo della Gazzetta ha infatti l’eloquente titolo: “Un cinghiale nel nostro Appennino?”, con scettico punto interrogativo finale. “Il cinghiale del S. Cristina è il cinghiale fantasma. Nato forse dalla fantasia impressionabile di qualche contadino”, sostiene l’incredulo giornalista.
Il caso si ripete l’anno dopo, quando, il 24 luglio 1924, un altro cinghiale viene visto all’alba sempre nella zona dello solito monte, accanto ad un campo di mais. Ai primi di agosto una compagnia di cacciatori parte da Salsomaggiore per stanarlo.
Nel dicembre 1926, fa notizia la cattura di un cinghiale a Bardi, un animale di notevoli dimensioni, di due quintali, che viene cucinato nel centro del paese con la partecipazione di tutti gli abitanti. Per spiegare la rara presenza del cinghiale, si ipotizza una sua fuga dalla riserva di caccia reale del Tombolo, ai piedi dell’Appennino sul versante toscano. I cinghiali, per molto tempo sono stati infatti relegati a queste riserve.
Oggi, nell’Appennino parmense e nei boschi delle colline, il cinghiale è un animale molto diffuso. È tornato solo nella seconda metà del Novecento, al seguito di immissioni prima in Toscana e negli anni ’70 direttamente nel parmense.