Cultura & Società,  Età contemporanea

18.3.1924. I 100 (e più) anni degli Scout

18 marzo 1924 – Nasce il primo gruppo Scout in Parma, per iniziativa di Adolfo Saccenti e Vincenzo Zileri, animatori dell’oratorio della parrocchia di San Giacomo, in Oltretorrente, gestita dagli stimmatini. Il reparto (anzi “Riparto” nel linguaggio del primo Novecento) viene intitolato al defunto vescovo Domenico Maria Villa e ha per assistente padre Giuseppe Bertapelle.

Nel 2024, dunque, gli scout parmigiani festeggiano il loro centenario. Anche se in realtà le radici dello scautismo nel terreno di Parma riportano a qualche anno ancor più indietro.

Come molti sanno, lo scautismo nasce dall’intuizione dell’inglese Baden-Powell, che nel 1907 organizza il primo campo scout sulla base del principio che i ragazzi crescono se si affiano loro responsabilità. Un’idea sviluppata quando Baden-Powell era colonnello nella Seconda guerra boera. In quel conflitto, combatté anche un parmigiano, il conte Roberto Zileri dal Verme, inquadrato proprio come scout.

Nato nel 1858 a Roma da famiglia parmigiana, Zileri si laurea ingegnere ed entra in politica, diventando sindaco a Vicenza per il movimento cattolico. Ma nel 1898 parte per l’Africa, per combattere con gli inglesi nel Transvaal. Qui incontra Baden-Powell, di un solo anno più vecchio. In origine, il termine “scout” indicava uno speciale reparto militare, una sorta di gruppo incursore che utilizzava anche ragazzini: da questi Baden-Powell ebbe l’idea dello scautismo. Roberto Zileri è il primo scout di Parma.

Il primo gruppo ispirato a Baden-Powell a Parma, invece, viene fondato ufficialmente la sera del 31 marzo 1915. In Europa c’è la guerra. L’Italia è ancora neutrale, ma lo resterà per poco. Già è attivo un comitato di Difesa sussidiaria, presieduto da Giovanni Sanvitale. Questo si incontra con il provveditore agli studi Giuseppe Fuà e insieme avviano una sezione locale di Giovani esploratori. Partecipano due insegnanti di ginnastica, tali Montagna e Lucertini, che da diversi giorni raccolgo adesioni. Il poligono di tiro ha dato disponibilità per ispitare gli scout, che devono anzitutto esercitarsi nell’uso del fucile.

Nei giorni seguenti Fuà invia a tutte le scuole del parmense una circolare che fa esplicito riferimento a “Baden-Povel” (così scrive Fuà) e spiega i motivi dell’iniziativa: i “Boy scouts sono allenati alla corsa, alle marce, alle salite in montagna, al servizio di rifornimento e vigilanza di vedetta ecc., e sono destinati a preparare il futuro esercito e a coadiuvare, in caso di bisogno, le milizie regolari“, insomma, qualcosa di molto utile in “considerazione del momento politico in cui ci troviamo“.

I Giovani esploratori di Parma fanno parte dell’Espi (l’attuale Cngei), che nella primavera 1915 conta già 102 sezioni e sottosezioni in Italia. Quella parmigiana si riunisce la prima volta il 23 maggio 1915 presso l’Università popolare, alla presenza di ragazzi e genitori. Fuà è il presidente e scrive le parole per un inno, musicato da Remo Dondi.

La prima esercitazione al poligono è il 23 maggio, ma poi la sede abituale diventa il convitto degli stimmatini in via D’Azeglio, proprio quella dove nasce anche il gruppo del 1924. La prima uscita nota è una gita in bicicletta da Langhirano a Parma il 17 agosto. A inizio ottobre, una grande cerimonia di giuramento, nel Parco ducale, alla presenza di numerose autorità e di soldati dell’esercito. I ragazzi in divisa (“aspetto imponente marziale“, “fermi come vecchi soldati“), ascoltano il discorso del colonnello Ermando Jacomoni, che ribadisce le speranze militariste riposte in questo gruppo:

sarete domani il forte baluardi contro il quale verranno ad infrangersi gli sforzi delle generazioni nemiche […]. Preparare militari e cittadini atti a compiere ed assicurare la difesa del territorio avito, […] far prevalere nel popolo del domani le virtù guerriere e lo spirito militare [addestrare] manipoli di piccoli soldati per dare anzitempo le loro energie fisiche e morali alla difesa e alla grandezza della patria […] scuola di eroi“, e così via.

Anche in risposta a questa impostazione militarista, nel frattempo nascono gruppi scout cattolici (ASCI, oggi AGESCI). A Parma è il vescovo Guido Maria Conforti a insistere per la loro costituzione. La sezione degli stimmatini del 18 marzo 1924 è la prima, ma entro la fine dell’anno ne nascono altre quattro, in città all’oratorio dei padri salesiani, a Noceto, a Fontevivo e a Borgotaro.

Tutti questi gruppi, il 23 aprile 1928 dovranno essere sciolti per imposizione del regime fascista, che vuole inquadrare tutti i bambini nei Balilla. Ma qualche reparto continua ad operare clandestinamente, pronti a rinascere nel secondo dopoguerra.

Il Riparto ASCI Parma 2 dedicato a san Giovanni Bosco nel 1924 (zone.agesci.it)
Il Riparto ASCI Parma 2 dedicato a san Giovanni Bosco nel 1924 (zone.agesci.it)
Targa in borgo Catena che ricorda insieme la prima uscita degli scout cattolici di Parma e la morte di padre Lino il 24 maggio 1924
Targa in borgo Catena che ricorda insieme la prima uscita degli scout cattolici di Parma e la morte di padre Lino il 24 maggio 1924

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