18.12.1553. L’uomo che ha disegnato Parma
18 dicembre 1553 – Nella vicinia di Sant’Anastasio nasce Smeraldo Smeraldi, l’uomo che per primo ha disegnato Parma ed il parmense.
Smeraldi è il primo grande cartografo del Ducato, “maestro di disegno” è la qualifica che compare nei documenti. È geometra, è agrimensore, è ingegnere, è idraulico, è pure orafo ed è scultore per la zecca, costruendo i conii per le monete. Ha progettato e gestito spostamenti di fiumi, trattato la definizione dei confini e a 29 anni è coinvolto nella emissione di denaro falso a Pomponesco. Ma è per la sue mappe che ha conquistato un posto nella Storia.
La sua carta più nota è l’Icnografia di Parma, la prima pianta della città realizzata con precisa collocazione e proporzione di strade ed edifici pubblici. Gliela ha commissionata il duca Alessandro Farnese, che sta nelle Fiandre e vuole scegliere il sito migliore per edificare la sua nuova Cittadella. Lo Smeraldi è uno dei primissimi al mondo, probabilmente il primo in Italia, a misurare i terreni utilizzando tecniche di triangolazione.
Proprio la Cittadella costa a Smeraldo la peggiore esperienza della vita, il carcere. Nel 1592 dirige il cantiere della costruzione della grande fortezza, per il quale sono chiamati a Parma operai dall’estero, motivo di malumori e di invidie. Così, il cartografo architetto è accusato di aver provocato disordini e finisce in prigione.
Smeraldo è però troppo bravo per poterlo tenere a lungo in una cella. Viene liberato e promosso: ingegnere della Congregazione dei Cavamenti, una sorta di ente di bonifica dell’epoca, incarico che tiene fino alla morte e che lo porta a stendere tavole e tavole di rilievi su rive, anse, canali. Progetta mulini, chiaviche e ponti e non è da escludere che alcune delle sue opere, se ben manutentute nel tempo, funzionino ancora. La nascita dell’area naturalistica della Parma morta è opera sua, frutto di una rettifica della foce del torrente Parma.
Il sogno si Smeraldo è però innalzare una torre. Ha due occasioni per realizzarlo, anche se alla fine il destino non gli darà soddisfazione. Nel 1602, il duca Ranuccio gli affida il compito di costruire un secondo campanile per il Duomo di Parma, per rendere simmetrica la facciata. Smeraldo mette in moto il cantiere, costruisce il primo piano, ma subito il terreno cede. Lì, una torre non si può fare. Quel moncone c’è sempre, il negozietto di souvenir della cattedrale.
La seconda occasione è la ricostruzione della torre civica della città, crollata nel 1606. Lo Smeraldi partecipa al concorso per la progettazione di una nuova torre, ma di nuovo le cose vanno male. La sua proposta non è quella vincente e comunque la torre non verrà più ricostruita.
Smeraldo Smeraldi muore il 23 giugno 1634, all’età di 80 anni, quando ancora lavorava come ingegnere, come cartografo, come architetto.