
18.10.1967. Scandalo Varanina: acqua infetta al posto di quella di fonte
18 ottobre 1967 – Scoppia lo scandalo dell’acqua Varanina. La procura ha denunciato i responsabili dello stabilimento di imbottigliamento di Varano Marchesi per aver venduto come minerale acqua attinta non dalla fonte, ma da un pozzo contaminato da rifiuti. E fra i maggiori clienti dell’impianto c’è un ospedale, il Carlo Poma di Mantova, per cui per mesi i ricoverati hanno bevuto acqua sporca.
A scoprire l’imbroglio è stato in settembre il medico provinciale Salvatore Siggia, che ha ordinato la chiusura dello stabilimento. Ad un controllo, si è accorto infatti che nelle bottiglie finiva liquido non potabile.
Gli impianti si fermano immediatamente. A Mantova viene raccontato che c’è stato uno sversamento nella fonte. I trenta dipendenti restano a casa dal 20 settembre. E partono le indagini del Tribunale.
Dopo circa un mese, sono cinque le persone accusate di truffa; fra loro è un giovane commercialista destinato ad alti incarichi a Parma, Luciano Silingardi (presidente di Cariparma 1987-2000, della Fondazione Cariparma 1991-2004, coinvolto nel crack Parmalat).
Cosa era successo? Che l’ottimo successo dell’acqua Varanina, naturalmente bicarbonato-alcalina, qualità che – dice qualcuno – fa molto bene al fisico, aveva portato ad uno sfruttamento eccessivo della sorgente sotterranea di Varano, che alla fine è rimasta a secco. Per non dover cessare l’attività, in fabbrica si era taciuto il problema e imbottigliato l’acqua del pozzo, senza neppure preoccuparsi di analizzarla. E purtroppo in quel pozzo colavano anche reflui non potabili.
Dopo ben cinque anni, il 17 giugno 1972, l’amministratore della società Varanina Giovanbattista Uberti sarà condannato a cinque anni e due mesi di reclusione. Il direttore dello stabilimento Vincenzo Moioli a 14 mesi.

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Succede il 18 di ottobre:

