Economia,  Medioevo

17.10.1443. Tasse: l’equa patrimoniale del Visconti

17 ottobre 1443 – I parmigiani protestano contro le tasse imposte in città. Chi comanda è il signore di Milano Filippo Maria Visconti, che per una volta prova ad ascoltare i suoi sudditi.

Non taglia però i balzelli, ma promette una più equa distribuzione delle imposte su tutta la popolazione, in base alla loro ricchezza. Una equa patrimoniale invece che cento imposte su merci, consumi, spostamenti e varie. Così, in questo 17 ottobre inizia “l’inventario” di tutti gli immobili e di tutti i beni mobili appartenenti ad ogni persona che abita a Parma.

Da Milano arrivano i “maestri delle entrate ducali” Gabriele Capodiferro e Ludovico Sabino, accompagnati dal vicario del duca Pacino da Perugia. Ai cittadini sono concessi 50 giorni di tempo per presentarsi e dar conto con esattezza di ogni loro ricchezza. Poi ciascuno pagherà le tasse in modo proporzionale a ciò che possiede.

Una visione davvero illuminata, per questo secolo: paga chi ha di più, non tutti allo stesso modo.

Non sappiamo come reagirono i parmigiani, ma è facile immaginarlo. È po’ come oggi quando si parla di riforma del catasto: chi possiede tanto, non vorrebbe mai aggiornare le cifre; chi ha poco invece capisce che ha solo da guadagnarci.

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