16.9.1907. Il primo contratto collettivo di lavoro
16 settembre 1907 – Presso la Prefettura di Parma, viene sottoscritto il primo contratto collettivo di categoria della storia italiana. Gli industriali dei corsetti per signora e le loro operaie hanno trovato un compromesso dopo quasi due mesi di lotte.
Attorno al tavolo del prefetto Ardoino Doneddu ci sono soprattutto donne. Sono Orstilla Buia, Dirce Buiani, Luigia Cavatorta, Eugenia Dalcò, Alberta Donati, Regina Fabi, Alice Folli, Italia Galli, Carolina Seletti, Spendidina Vicini, ovvero le rappresentanti delle circa mille “bustaie” di Parma.
Le bustaie producono busti, accessorio di abbigliamento diffusissimo a inizio Novecento. Parma è il principale centro di produzione di busti nel Paese, li esporta anche all’estero, e le bustaie rappresentano la categoria operaia più numerosa in città, fra sarte, stiratrici, ricamatrici, infilatrici e varie altre mansioni di catene di montaggio sempre attive.
In una stagione di forti rivendicazioni di diritti del lavoro, in luglio le bustaie sono scese in sciopero. il 24 luglio, col sostegno della Camera del Lavoro di Alceste De Ambris, hanno costituito la Lega delle Bustaie e inviato una lettera alle quattro principali fabbriche di corsetti, la Mantovani & Crispo, la Fratelli Mantovani, la Giuseppe Bortolini e la Italo Moraschi. Chiedono una paga più alta e certa e condizioni di lavoro migliori. Le operaie sono pagate a cottimo, ma vogliono un salario fisso. Vogliono otto ore di lavoro al giorno e non di più, se non ricompensato come straordinario. Vogliono che cessino le vessazioni delle incaricate a sorvegliare la loro operosità: stop a multe e licenziamenti senza spiegarne la ragione e senza possibilità di appello.
I padroni dicono no. Allora dal 28 luglio le donne si rifiutano di entrare in fabbrica, con picchetti per fermare eventuali crumire.
Tutta la Parma proletaria si schiera dalla loro parte, con raccolte di fondi per aiutare le donne in sciopero a sopravvivere. Una battaglia che dura ben 50 giorni.
Alla fine, De Ambris chiede la mediazione del prefetto, che convince le parti al compromesso. Tutti i bustifici accettano alcuni miglioramenti per le loro operaie, che a devono però ridimensionare le rivendicazioni.
Sulle carte firmate in questo 16 settembre 1907, si parla ancora di lavoro a cottimo – piuttosto che rinunciarvi, gli industriali avrebbero cessato l’attività –, ma con compensi più elevati. L’orario di lavoro viene fissato a 9 ore giornaliere. La Lega delle bustaie è riconosciuta quale legittima rappresentante delle operaie in tutti i casi controversi.
La lotta del 1907 ed il suo parziale successo saranno la premessa del più noto sciopero degli agrari del 1908, durato due mesi, che coinvolgerà 25.000 persone.