16.4.1639. Baratta, il pittore delle illusioni
16 aprile 1639 – Poco distante dall’antica chiesa di San Lorenzo nasce Alessandro Baratta, che diventerà uno dei pittori più attivi a Parma nel XVII secolo.
Impara a dipingere collaborando alla decorazione dell’oratorio di Sant’Ilario, poi trova un modo suo per farsi apprezzare. Perfetta espressione dello spirito del suo tempo, Baratta diventa autore di disegni illusionistici, spesso su materiali effimeri. È capace di creare spazio dove non ce n’è, di inventare muri dove vi sono aperture e complesse architetture dove stanno banali pareti lisce. Insomma, interpreta perfettamente il l’essenza del barocco.
In Santa Cristina, Baratta dipinge il muro dietro l’altare come se la chiesa proseguisse con un gran coro. E visto che i soldi per fare la cupola non ci sono, se la inventa lui, montando una tela sotto al soffitto con una falsa prospettiva: chi entra nell’edificio sacro pare davvero di vedere una gran volta, con crociera e cupola. Al Collegio dei Nobili, che ospita il battesimo di Odoardo II, installa scenografie e false pareti, sempre per produrre l’apparenza di lunghe prospettive e grandiose architetture.
E così similmente anche nella chiesa di Santa Lucia – dove lascia un’altra finta cupola – e in quella di Santa Croce, dove si lancia in finte balconate e colonne quasi ad alzare illusionisticamente il soffitto della cappella di San Giuseppe e lo spazio dietro l’altare maggiore. Qui si riunisce la confraternita dedicata proprio al marito della Madonna, di cui Baratta è membro fin dall’età di 28 anni, diventandone anche reggente.
L’arte di Baratta diventa di gran moda a Parma. Famiglie nobili e monasteri fanno a gara per averlo nei loro palazzi e conventi. Anche i Farnese apprezzano le sue invenzioni e lo ingaggiano per progettare la decorarazione di un teatro.
Poi, a 60 anni esatti, Alessandro Baratta accetta il suo ultimo lavoro, gli affreschi della cappella dietro l’altare maggiore di Santa Maria del Quartiere, in Oltretorrente. Terminata l’opera, il pittore posa il pennello, perché non ci vede più come un tempo e dipingere per lui è diventato faticoso. Ma anche perché il secolo del barocco è giunto ormai a termine e un nuovo gusto sta prendendo il sopravvento, lasciando poco posto alla fantasia e alle tecniche che hanno creato i miraggi del Seicento.