Cronaca,  Età contemporanea

16.2.1981. Lenzuola annodate per evadere dall’ospedale

16 febbraio 1981 – Rocambolesca evasione dall’ospedale di Parma. Cesare Maino, terrorista rosso sulla via del pentimento, scappa calandosi dalla finestra con le lenzuola annodate. E prima di andare si prende anche il lusso di dire addio al primario.

Maino sta scontando una condanna di 15 anni e 8 mesi comminata nel 1973 per aver partecipato ad azioni criminali – anche rapine di “autofinanziamento” – del Gruppo 22 ottobre di Genova. Fuggito in Belgio, viene arrestato, riportato in Italia e rinchiuso nel carcere di Saluzzo. Nel 1977 cerca di scappare; viene scoperto e trasferito in San Francesco a Parma.

Ma in questo freddo inverno 1981, Cesare Maino si ammala e viene spostato all’ospedale Maggiore, nel padiglione Braga, per gli infettivi, sorvegliato a vista giorno e notte. Ma le guardie non sono abbastanza attente.

Nelle due settimane trascorse in ospedale, il coscritto realizza il suo piano. Al Maggiore si porta – nessuno sa come – una lima. Nella privacy della toilette, coperto da una radio tenuta sempre a volume alto, pian pianino sega le sbarre della finestra; ad andar sul classico non si sbaglia mai.

Il 15 sera manca pochissimo al cedimento delle traverse di metallo, allora Maino saluta il medico che lo sta curando: “Io fra poco me ne vado!”. Nessuno capisce e tutti si coricano a letto tranquilli.

Alle quattro del mattino si alza e corre in bagno, avvolto nelle lenzuola. Sembra un malato con l’intestino debole, invece è un’evasione. Quattro lenzuola annodate sono più che sufficienti per calarsi dal primo piano. Quando il sorvegliante bussa alla porta, l’evaso è già lontano, nascosto nell’ombra di qualche strada di Parma.

Verrà ripreso su un pullman per Biella il 13 giugno successivo.

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Succede il 16 di febbraio:

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