16.1.1449. La saracinesca che salvò la città
16 gennaio 1449 – Il condottiero Pier Maria Rossi vuole conquistare Parma. Solo una circostanza fortuita salva la città. Ma per per pochi giorni appena.
Il Rossi è al servizio di Francesco Sforza, che vuole recuperare per sé tutti i territori già appartenuti ai Visconti. Da pochi mesi, Parma ha ritrovato la sua autonomia. Una fragile parentesi che sta per chiudersi.
Pier Maria Rossi è venuto con l’esercito di Milano e spera di entrare nelle mura di Parma senza troppa fatica. All’interno, ha già dei complici, che gli hanno promesso di aprire porta San Barnaba all’ora convenuta, perché cavalieri e fanti possano passare.
Attorno alle sette di sera, quando già è buio, nove uomini e un bambino provano ad impossessarsi della porta. Fra loro ci sono anche quattro forestieri. Qualcuno accorre, ma quelli li allontanano, uccidendo due cittadini.
Poi o per la troppa fretta dei congiurati, o per l’azione imprevista e tempestiva di una guardia, la corda che tiene sollevata la saracinesca di porta San Barnaba si srotola improvvisamente e la grata scende a terra così veloce da inficcarsi nel terreno, tanto da non poterla più smuovere. Non succede solo nei film… Così, il piano di Pier Maria salta.
Accorre Carlo da Campobasso, che comanda il piccolo esercito della città. Con una leva di ferro, la saracines a inferriata viene smossa. Carlo arresta tutti gli assalitori della porta. La notte vengono torturati. Per loro non c’è né scampo né pietà: la mattina dopo, i sei capi sono giustiziati.
Jacopo dalla Gemma, responsabile di porta San Barnaba, il conte Antonio da Bardone, Leonardo Frizzoli e tre servitori, sono impiccati alle colonne del Palazzo del Torello in piazza Grande. Tre settimane dopo, sarà giustiziato anche il contestabile di Porta Nuova, che era a conoscenza della congiura, decapitato in piazza Ghiaia.
Pier Maria, intanto, si è ritirato nel castello di Felino, con tutti i soldati dello Sforza. Ma non ha intenzione di perdere tempo. Se non ha avuto Parma con l’inganno, l’avrà con la forza.
La battaglia si combatte già il giorno successivo, il 17 gennaio, nei pressi di Collecchio. I parmigiani sono aiutati dal capitano di ventura Jacopo Piccinino, signore di Fiorenzuola. Affrontano l’esercito visconteo guidato da Pier Maria Rossi, Alessandro Sforza e Giovanni Conti.
La battaglia è lunga e cruenta, ma i milanesi sono decisamente più forti. Per Parma è una disfatta completa. Alcuni sopravvissuti riescono a riparare in città. Altri guadano il Baganza, ma sono inseguiti dal Rossi, che raggiunge i fuggitivi vicino a Carignano e li fa letteralmente a pezzi.
Parma resisterà all’assedio ancora per poche settimane, poi non potrà che arrendersi e tornare sotto il dominio lombardo.