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15.9.1950. Addio Drei, testimone del medioevo

15 settembre 1950 – Parma dice addio a Giovanni Drei, che muore a 69 anni, buona parte dei quali trascorsi nell’Archivio di Stato. Drei vi era entrato come studente della Scuola di archivistica, e vi rimane fino a diventare direttore. Anche dopo la dipartita, il suo volto continua ad accogliere studiosi e visitatori dell’Archivio, in un ritratto di bronzo posto in cima allo scalone dell’Ospedale Vecchio.

È stato proprio lui, Drei, a spostare l’Archivio in questa sede, dopo i bombardamenti sulla Pilotta, che hanno distruto e mescolato una parte importante delle antiche e preziose carte. Il direttore Drei gestisce i difficili anni della Seconda guerra mondiale, prima nascondendo i documenti più pregiati nella Villa Paganini a Gaione e a Monticelli, poi affrontando l’emergenza delle bombe.

Ma non è solo e tanto per questo che il nostro viene ricordato, bensì soprattutto per gli studi sul patrimonio più antico di testimonianze scritte della storia di Parma. Drei dedica molti anni alla ricerca e pubblicazione dei documenti medievali, che i secoli hanno selezionato, disperso e mischiato.

Gli archivi del Comune di Parma sono andati distrutti ben cinque volte. Nel 1308, durante la sollevazione contro Giberto da Correggio, quando le carte vennero gettate dalle finestre del Palazzo del Torello così da cancellare le prove di debiti e tasse; quel che si salvò, fu ricoverato per alcuni anni nella chiesa di San Francesco. Nel 1404, quando Ottobuono Terzi conquista la città, e brucia lo spazio usato come archivio. Nel 1469, anno in cui termina la Repubblica di Parma, per un nuovo incendio. E nel crollo della torre civica del 1606, che ospitava tutte le carte pubbliche riordinate nella prima metà del ‘500.

L’archivio vescovile ha una storia ancor più travagliata, colpito da numerosi incendi, nel IX secolo, nel X secolo, nel 1037, nel 1055, nel 1074, nel 1139; per non parlare di possibili distruzioni volontarie, per cancellare l’impronta ariana della comunità cristiana delle origini. Dall’Archivio capitolare viene il più antico atto in originale esistente in città, dell’833, mentre l’Archivio episcopale ha carte a partire dall’883; ma si tratta di elementi sparsi, quasi occasionali, spesso legati a singole proprietà, mentre gli atti ufficiali e i registri, sono in gran parte perduti: delle ordinazioni capitolari, ad esempio, sopravvivono solo quelle dal 1553.

In compenso, resta un significativo patrimonio relativo a compravendite, a donazioni, a riconoscimento di diritti e benefici, a sentenze, che offrono sguardi sull’economia e la società dei parmigiani di secoli passati.

E Drei è quello che li scova e li pubblica, perché ogni studioso possa conoscerli. Nel 1924 dà alle stampe la raccolta di tutte le carte parmensi del X secolo. Nel 1929 quelle dell’XI. Nel 1950, poco prima di morire, quelle del XII. Stava già lavorando anche alla raccolta dei documenti del Duecento.

L’eredità di Drei resta la base per ogni studio su Parma medievale.

Busto di Giovanni Drei, ingresso dell'aula a lui dedicato all'Archivio di Stato
Busto di Giovanni Drei, ingresso dell’aula a lui dedicato all’Archivio di Stato
Busto e targa dedicati a Giovanni Drei, ingresso dell'aula a lui dedicato all'Archivio di Stato
Busto e targa dedicati a Giovanni Drei, ingresso dell’aula a lui dedicato all’Archivio di Stato

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Succede il 15 di settembre:

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