
15.6.1915. 42.000 giovani mandati in trincea
15 giugno 1915 – Borgo Palmia è affollato di uomini e di bicchieri. Alla Trattoria Verdi si sono dati appuntamento i circa 200 volontari parmigiani che la mattina dopo, in treno, partiranno per il fronte. Pochi giorni prima, il 24 maggio, l’Italia ha dichiarato guerra all’impero Austro-Ungarico e in Friuli si sono già avuti i primi scontri (e i primi morti). La mobilitazione dell’esercito è però lenta e solo nei mesi successivi si combatteranno le grandi battaglie.
Da qui al 1918, Parma manderà oltre 42.000 uomini alle trincee. Qualcuno è già andato. Ma in questa estate 1915, tutti pensano che la guerra sia questione di poco e per pochi. I più convinti interventisti si sono subito offerti volontari e loro partenza è adeguatamente celebrata. Tutti gli altri, invece, prenderanno il fucile in sordina, non per scelta ma in risposta ad una cartolina di precetto.
Sui muri del centro, l’Università popolare ha affisso entusiastici manifesti di encomio “Ai figli di Parma che volontari recano sulle balze del Trentino, nelle valli Carmiche, nei piani dell’Istria l’entusiasmo ed il sangue per la grandezza della Patria”. Un gruppo di signore ha regalato loro una grande bandiera.
In borgo Palmia si salutano i volontari. La città offre loro da bere. Si cantano inni patriottici. L’avvocato e poeta Ildebrando Cocconi – uno dei 200 in partenza – tiene un appassionato ed applauditissimo discorso. La compagnia si scioglie solo a mezzanotte passata, per rientrare nella caserma allestita all’interno della scuola Pietro Giordani. A 24 ore di distanza saranno già in Veneto, con la divisa addosso.

incisi su marmo nella Cappella Baiardi della cattedrale di Parma.

