15.5.1650. Preghiere contro la siccità
15 maggio 1650 – Tutta la città sfila in processione per chiedere al Signore che dal cielo scenda la pioggia. La siccità ha seccato i campi, proprio ora che dovrebbero germogliare le sementi, e nonostante le radici profonde, pure gli alberi soffrono la sete e i frutti in questa primavera non maturano.
Il corteo chiude tre giorni di preghiere per l’acqua. Dal monastero di San Paolo, la lunga sfilata sacra passa accanto alla chiesa dei francescani, poi in borgo delle Colonne, gira attorno a Sant’Antonio abate e risale strada San Michele (via della Repubblica) fino alla piazza Grande (Garibaldi), per raggiungere la Cattedrale per strada Santa Lucia (via Cavour), il percorso allora più seguito nelle processioni. In testa è il duca Ranuccio II con la famiglia, sotto un baldacchino, perché fa caldo, ancora neppure una nuvola. La folla segue le reliquie della santa croce.
Notizie sulla siccità del 1650 si ritrovano in diverse altre regioni d’Italia, assieme a vari fenomeni climatici estremi, come nevicate fuori stagione e un autunno di bombe d’acqua. Proprio allora iniziava una fase di piccola glaciazione, durata 50 anni, che viene oggi letta in relazione ad un ciclo di bassissima attività solare.
La siccità del 1650 era stata annunciata da un altro anno fortemente asciutto, il 1645, quando non era piovuto da maggio ad agosto e quando quasi ogni giorno soffiava un vento caldo e secco. Anche in quel caso il problema fu affrontato con una solenne processione, portando in giro per la città la solita preziosa reliquia della croce di Cristo, montata su un macchinario a ruote appositamente costruito. La cerimonia si tenne il 25 agosto e in questo caso subito iniziò a piovere. Per gratitudine, il legno considerato santo e miracoloso, rimase esposto per tre giorni in cattedrale.