15.3.1852. Il primo telegramma da Parma
15 marzo 1852 – Viene istituito l’Uffizio de’ Telegrafi elettro-magnetici. Per la prima volta si può comunicare in tempo reale con città lontane.
Il 15 settembre del 1851, Parma ha stretto un accordo con l’Austria per l’uso del telegrafo. Il Ducato ha così allungato fino a Parma le linee già stese fino alla frontiera con Modena e successivamente congiungerà Parma con Piacenza, non appena il governo austriaco avrà cablato il tratto da Milano a Piacenza. Pochi anni dopo apriranno uffici telegrafici a Piacenza e a Pontremoli.
Le linee telegrafiche sono state costruite con la consulenza di ingegneri specializzati offerti da Vienna assieme al materiale tecnico; l’Austria ha pure accolto alcuni studenti parmensi nel Lombardo-Veneto per fare pratica con il telegrafo.
Nell’Ufficio telegrafico lavorano i telegrafisti (ancora non si dice “marconisti”) Giovanni Sottili e Giacomo Mori, con capo ufficio Leovigildo Belleni, assieme a due inservienti.
Il primo telegrafo ha regole ben precise. I messaggi non possono avere più di 100 parole e sono trasmessi solo di giorno, salvo casi particolari prenotati in anticipo. Le comunicazioni si pagano un tot a parola, ma anche in base alla distanza del destinatario.
La nascita del telegrafo pone per la prima volta il problema del fuso orario. Nel 1852, ogni paesino ha la propria ora, stabilita guardando al sole: allo zenit si fissa il mezzogiorno e basta spostarsi di pochi chilometri per creare differenze di secondi e di minuti. Ma per coordinare uffici telegrafici distanti anche centinaia di chilometri, occorre stabilire degli orari standard. Per ora, il problema è risolto stabilendo che negli uffici telegrafici gli orologi dovranno sempre essere regolati sull’ora del capolouogo del proprio Stato.