
15.2.1760. Una città nella fioca luce delle candele
15 febbraio 1760 – Le candele prodotte a Parma hanno una qualità così bassa e costi così elevati, che viene stabilito di riformare l’intera filiera per la loro fabbricazione. Siamo o non siamo nell’età dei lumi…?
Prima delle lampadine, prima del gas e prima del petrolio, i parmigiani illuminavano le ore di buio e le stanze in ombra con candele di sego. Quelle di cera erano appannaggio dei soli ricchi e di riti sacri. La maggior parte delle persone doveva accontentarsi di queste derivate dal grasso animale, che però colavano unto e rilasciavano odori assai sgradevoli. La puzza più insopportabile stava attorno ai laboratori dove si produce il sebo. Da qui la necessità di impiantare una sola fabbrica e di imporre tecniche che garantiscano prodotti migliori di quelli ottenuti finora.
Una commissione appositamente incaricata, in questo 15 febbraio 1760 invia al governo del Ducato la sua relazione, in cui spiega come d’ora innanzi si dovranno costruire le candele a Parma. Il sego andrà fatto mescolando uguali dosi di grasso di bue con grasso di caprone, mentre non si potrà più usare quello di montone, troppo secco. Gli stoppini potranno essere solo di cotone, non di lana o di seta come alcuni artigiani locali sono usi inserire nelle candele: solo il cotone garantisce una luce chiara e uniforme.
Il Governo ha voluto produrre chiare istruzioni sulla fabbricazione di candele perché l’anno prima, nel 1759, ha concesso ad un tal Alessandro Orlandi il diritto a produrre in esclusiva candele di sego per l’intera città, ma almeno inizialmente i suoi prodotti sono così scarsi da suscitare grandi proteste.
Le indicazioni della commissione incaricata riesce davvero ad alzare la qualità delle candele? Mica tanto, perché le polemiche si trascinano ancora per anni. Solo nel 1788, quando la privativa passa a Francesco Garsi, pare che le candele disponibili a Parma siano meno puzzolenti e più costanti nell’illuminare. Ma dura poco e i problemi riemergono alla fine del secolo.
La questione sarà risolta diversi decenni più avanti, quando, un po’ alla volta, il sebo sarà sostituito dalla stearina, sostanza di origine vegetale che a Parma si inizia ad utilizzare attorno al 1840, e i nasi hanno ringraziato.


