Cronaca,  Età contemporanea

14.9.1911. La sanguinosa battaglia della Clinica chirurgica

14 settembre 1911 – Si combatte per tutto il giorno, nelle strade dell’Oltretorrente. I muratori in sciopero da una parte, i lancieri dell’esercito dall’altra. Sassi contro proiettili. E alla fine muore una donna, Margherita Zanoni, trafitta al petto da una pallottola vagante.

Il giorno prima, la Camera del Lavoro di Parma ha proclamato un giorno di sciopero dei muratori, in solidarietà con gli operai del comparto siderurgico dell’isola d’Elba e di Piombino, che scioperano da fine giugno contro il peggioramento delle condizioni di lavoro imposte dal neonato consorzio Ilva, primo trust dell’acciaio in Italia.

La mattina di questo 14 settembre, tutti i cantieri sono fermi, tranne uno. In Oltretorrente si sta costruendo la futura Clinica chirurgica (poi Clinica neurologica; dal 2011 hotel Pacchiosi, poi Palazzo Vighi), lavoro affidato ad un’impresa di Bologna, che porta i suoi muratori da fuori e non partecipano allo sciopero. Tutti i colleghi parmigiani, ottocento, che già ce l’hanno con questi bolognesi venuti a sottrargli lavoro, si mettono in marcia per bloccare anche il cantiere della Clinica.

Ma non si sa bene per iniziativa di chi, attorno al cantiere già si sono schierati parecchi soldati, a difenderne il perimetro. Quando i lavoratori in protesta si trovano davanti a questi uomini in uniforme, prima urlano, poi tirano qualche pietra, iniziando a disselciare le strade. Parte una carica della cavalleria, ma i dimostranti sono troppo e costringono cavalli e cavalieri ad arretrare. Allora i soldati alzano i fucili e sparano. Prima sparano in aria, poi ad altezza uomo.

I manifestanti fuggono, ma non desistono. Dai vicoli, dai tetti, dalle finestre riprende la sassaiola, e si ripetono gli spari. Va avanti così per tutto il giorno, fra avanzate e arretramenti, quasi fosse una guerra di trincea.

i soldati arrestano quattordici ragazzi, quasi tutti di 18 o 19 anni, ma in quel marasma non sanno come tradurli fino al carcere, che sta dall’altra parte della città, allora li rinchiudono nella scuola Cocconi. A sera, cinque di loro sono lasciati liberi e gli altri portati nel penitenziario di San Francesco.

Intanto il sindaco Mariotti cerca di riportare qualcuno alla ragione. Chiama il prefetto perché convinca l’esercito a richiamare i soldati nelle caserme, ma viene ritirata solo la compagnia che ha sparato. Chiama l’impresa bolognese chiedendo di portar via i muratori di fuori; il giorno dopo la ditta rinuncerà all’appalto. Anche alla Camera del Lavoro tutti chiedono di metter fine alla battaglia, ma per ricevere ascolto occorre aspettare sera, il buio, favorito dalla rottura di molte delle lampade dell’illuminazione delle vie.

Pattuglia di cavalleria in piazza Garibaldi nel 1908
Pattuglia di cavalleria in piazza Garibaldi nel 1908

Il bilancio della giornata lo si fa in ospedale, con 13 militari e tre civili feriti, fra cui un bambino colpito da un proiettile allo zigomo. Ma c’è anche la vittima, Margherita Zanoni, compagna di un anziano garibaldino, uscita in strada proprio per richiamare il marito.

Lo sciopero dura ancora un giorno. Il 16 settembre i muratori tornano al lavoro. Il 17 ai funerali di Margherita partecipano tutte le istituzioni e soprattutto le sezioni sindacali, con ben 44 bandiere. Il 18, in Consiglio comunale se ne commemora la memoria e il consigliere socialista Giuseppe Soglia protesta contro la condotta dell’esercito.

La battaglia del 1911 viene presto dimenticata, derubricata ad espressione dello spirito ribelle dell’Oltretorrente.

L'ex clinica neurologica Vighi in Oltretorrente
L’ex clinica neurologica Vighi in Oltretorrente

——————————

Succede il 14 di settembre:

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.