Epoca Moderna,  Ritratti

14.7.1739. Barbarina ballerina benamata

14 luglio 1739 – Debutta all’Opéra di Parigi la ballerina Barbara Campanini, detta “la Barberina”, superstar del Settecento, circondata da mille corteggiatori e contesa dai re.

La ragazza ha 18 anni e da poche settimane ha lasciato Parma, la sua città natale, dove si è formata artisticamente danzando al Teatro Farnese. Il suo maestro, Antonio Rinaldi detto il Fossano, ha notato subito l’eccezionale talento della giovane e la porta nella capitale della cultura del Settecento.

Fin da questo 14 luglio, nello spettacolo Les fêtes d’Hébé, Barbara raccoglie solo applausi. Il successo è tale che già in ottobre si esibisce per il re Luigi XV. È l’inizio di una eccezionale carriera. La Barberina resta a Parigi un solo anno, perché la sua fama si diffonde rapida e ovunque la reclamano. La spunta il Covent Garden di Londra, che paga cifre folli per portarla in Inghilterra.

Poi torna a Parigi, ancora a Londra, va a Dublino e nel 1743 accetta l’invito di Federico II re di Prussia per esibirsi a Berlino, solo che giovane si innamora e invece che rispettare l’impegno fugge a Venezia col suo amato. Per costringerla a raggiungere realmente la Germania, Federico II muove diplomatici di quattro paesi e alla fine si accanisce contro l’ambasciatore della Serenissima, cui sequestra tutti i bagagli: Venezia è costretta ad assecondare il prussiano, arresta Barbara Campanini e la fa accompagnare fino al confine.

La terra tedesca, nonostante la maniera aggressiva in cui ci arriva, diventa la nuova patria della ballerina venuta da Parma. A Berlino, forse con l’idea di facilitare la propria ripartenza, Barbara chiede una cifra folle per continuare a danzare. E Federico II accetta! Accetta anche la clausola posta dall’artista: di poter recedere il contratto senza penali quando vorrà sposarsi. Il debutto nella città nordica è il 13 maggio 1744; nei cinque anni successivi Barbara continua a ballare per i berlinesi.

La Campanini viene pagata più del filosofo di corte, che è niente meno che il celeberrimo Voltaire; indispettito, Voltaire dichiara che al re la ballerina piace per le “gambe muscolose che gli ricordavano quelle di un uomo”, non tanto per criticare lei, ma Federico, alludendo alla sua taciuta omosessualità.

Ma cosa ha tanto eccezionale, questa giovane sulle punte? È aggraziata, graziosa e soprattutto agile. È fra le prime danzatrici al mondo ad eseguire le batterie, o entrechat, che sono salti da fermi a piedi incrociati; nel salto la ballerina muove velocemente le gambe incrociandole più volte. Inizialmente Barbara Campanini riesce a fare due incroci (entrechat quatre), poi arriva a quattro incroci (entrechat huit): nessuno al mondo lo aveva mai fatto prima.

Mentre coltiva la tecnica e la fama, La Barberina coltiva anche gli amori. A Parigi ha contemporaneamente 15 corteggiatori, tutti nobili, ricchi e generosissimi con lei. L’uomo con cui fugge a Venezia è un lord inglese che le vorrà bene per tutta la vita. I suoi flirt sono raccontati dai giornali di mezza Europa. A Berlino la sua lussuosa abitazione diventa salotto frequentato dalla migliore società, con tanti habitué che ambiscono ai favori della padrona di casa. Finché, nel 1748, il figlio del cancelliere prussiano ne chiede pubblicamente la mano. E lei accetta.

Apriti cielo… Il re, che sa che sta per perdere una stella, fa arrestare sia lei che lui, un estremo inutile tentativo di dissuasione; non ha però motivo di trattenerli e può solo esiliarli in Slesia, da lui conquistata pochi anni prima (oggi Polonia). La Campanini rinuncia al palcoscenico e resta in Slesia per il resto della sua lunga vita.

Col marito abita a Glogów, poi, dopo essersi separata nel 1759, molto più a est, vicino a Lublino, dove acquista la tenuta di Barschau (Barszów) per fondarvi un collegio per ragazze nobili. Federico II la crea contessa e lei, dimenticata ormai la danza e la gioventù piena di eccessi, fa la badessa educando le fanciulle alla virtù; pare che prima di andare a Parigi, Barbara avesse espresso una vocazione monacale.

La morte la prende nel 1799, all’età di 78 anni e il corpo viene mummificato. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale vanno distrutti sia il suo palazzo che la tomba e l’intera zona dagli anni ‘70 è sommersa sotto un bacino idrico artificiale.

Barbara Campanini, ritratto di Antoine Pesne, prima metà XVIII secolo
Barbara Campanini, ritratto di Antoine Pesne, prima metà XVIII secolo

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