14.6.1836. La prima epidemia di colera curata con sanguisughe sull’ano
14 giugno 1836 – Inizia ufficialmente la prima epidemia di colera a Parma, che nei resoconti delle autorità terminerà il 30 settembre. In tutto il Ducato si contano 10.382 contagiati, dei quali 5.483 non sono sopravvissuti: il nuovo morbo ha ucciso il 52,8% delle persone che ha raggiunto.
Di fronte alla nuova malattia, i medici sono spiazzati. Il famoso Giacomo Tommasini, per guarire dalla febbre causata dal colera, consiglia di applicare sanguisughe all’ano e bere bevande al limone e tamarindo.
Per la città, la duchessa Maria Luigia si affida ai sanitari della Congregazione di Carità, che stila un regolamento in sette punti. Sono organizzati tre centri di raccolta per i malati che non si possono curare in casa, presso i conventi dei Minori osservanti, dei Riformati e dei Cappuccini e un servizio di ambulanza per il loro trasporto.
I sanitari si proteggono con vesti cerate offerte dalla duchessa. Dieci farmacie – cinque aperte ex novo – sono incaricate di preparare i farmaci prescritti. Nelle case degli infetti sono bruciati panni e lenzuola.
La nuova malattia passa, ma tornerà molte volte. Nuove epidemie di colera a Parma si ebbero nel 1849, 1855, 1865-67, 1873, 1885 e 1911. A sconfiggere definitivamente il morbo sarà un’alleanza fra farmaceutica ed igiene.