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14.5.1506. Il proibizionismo della moda: leggi contro il lusso

14 maggio 1506 – Il consiglio degli anziani di Parma approva le nuove leggi contro il lusso. In accordo con il podestà Francesco Medulla, si decide che l’ostentazione di ricchezza cercata da tanti cittadini sta causando troppi danni. I parmigiani, invece che in investimenti utili all’economia o in opere di valenza sociale, spendono anche più di quel che hanno in abiti sempre più preziosi, con fili d’oro, d’argento, broccati e sete. Ma ora basta! Come già hanno fatto Roma, Firenze, Venezia e la Francia, anche Parma pone limiti al lusso.

Il consiglio dedica molti giorni alla stesura delle norme contro lo sfarzo ostentato. Le nuove regole entrano in vigore il 10 luglio.

Sono vietate sia in città che nel distretto le vesti in broccato d’oro o d’argento o anche solo una fascia o un ornamento d’oro o d’argento. I parmigiani, dall’estate 1506 possono vestire solo abiti monocolore; ciascuno scelga quello che gli piace di più. Anche tingere la stoffa costa molto.

Per le calzature solo panno o sargia, niente broccato o seta.

Le donne possono mettere collane di perle al collo ed anelli con pietre preziose, ma non sui vestiti. Gli uomini rinuncino alle vesti foderate in seta, broccato o panno tinto di “grana” (rosso porpora).

I guardaroba vanno sfoltiti. Nessuna donna potrà più possedere più di due vesti in seta, e si badi che si tratti della medesima seta per entrambe. Così come massimo due devono essere quelle di panno di color grana.

Chi si farà vedere con vestiti che eccedono queste indicazioni, se ne vedrà spogliare per il loro sequestro e pagherà 100 ducati di multa.

Pure i sarti o i calzolai che hanno fabbricato indumenti proibiti verranno sanzionati, di dieci ducati.

Il proibizionismo della moda non durerà a lungo. L’imminente arrivo dei Farnese metterà fine alla morigeratezza nell’abbigliamento.

lusso

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