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14.5.1375. La Caterina da Siena del parmense

14 maggio 1375 – Nasce Orsolina Veneri, una Caterina da Siena parmigiana. Santa per scelta ed impegno, visionaria nel senso religioso del termine, portata all’astinenza, attivamente impegnata a ricomporre la divisione che affligge la Chiesa ai suoi tempi, lo scisma d’occidente che ha portato ad avere due papi avversari, uno a Roma e l’altro ad Avignone. Proprio una vita parallela a quella della ben più famosa contemporanea di Siena, che forse le fu ispiratrice.

Si racconta che Orsolina nasca malata: così gracile che a cinque anni non cammina ancora. Sua madre Bertolina la porta allora nella chiesa di San Pietro martire dei Domenicani: la piccola tocca l’altare e improvvisamente si mette in piedi.

Negli anni seguenti si distingue per la capacità di parlare delle cose della religione come neppure i maggiori teologi della città. Così, prima il suo confessore don Tommaso Fosio e poi diversi studiosi del tempo, vanno a visitare la bambina, la ascoltano e scrivono interi libri raccogliendo i suoi discorsi sulla Trinità, i dogmi, la Chiesa. Lei parla mentre ricama. Da dove la prende, tanta sapienza, Orsolina? Da visioni mistiche, dall’ispirazione nella preghiera.

Cresce isolata. Non le piace stare con quelli della sua età. Passa il tempo quasi sempre in compagnia della madre. Pienamente guarita, è diventata una giovane bellissima ragazza, ma non pensa agli uomini, anzi, fa voto di castità.

Un giorno, dopo la Pasqua 1393, sempre ispirata da profetiche apparizioni, decide di partire per Avignone, dove sta l’antipapa Clemente VII. L’accompagna Bertolina e stando a quanto è stato poi raccontato, una parte del viaggio la fanno in compagnia dell’apostolo Giovanni, comparso in vesti di pellegrino.

Clemente la riceve due volte e resta colpito dalle sue esortazioni all’unità. Orsolina parla della Chiesa come del mantello di Maria: strappato in due lembi, da ricucire. Effettivamente, nello stesso periodo, l’antipapa ordina riti per impetrare la pacificazione. Ma alla sua corte c’è chi la pensa diversamente, chi teme Orsolina, e le impedisce ulteriori incontri con il pontefice scismatico.

Orsolina allora riparte e va fino a Roma. Qui è ricevuta da Bonifacio IX, che saputo del parziale successo della missione d’Oltralpe, la rimanda ancora ad Avignone, stavolta come sua emissaria ufficiale. Lei rifà il viaggio a rovescio ed è di nuovo ricevuta da Clemente. Per un attimo la riunificazione pare possibile.

Un gruppo di cardinali si mette di mezzo e cattura Orsolina e la madre. Chiusa nella casa di una nobildonna del posto, la ragazza è accusata di stregoneria, è fatta denudare, incontra il boia per la tortura. Di fatto, non le torcono un capello: vorrebbero spaventarla, ma la santa parmigiana sopporta tutto senza batter ciglio e alla fine riesce a comunicare ancora con l’antipapa, ma è inutile, perché Clemente VII muore improvvisamente e al suo posto è nominato Benedetto XIII, secessionista convinto. Orsolina se ne va piangendo.

I suoi movimenti non sono finiti. Una nuova visione le dice di raggiungere Gerusalemme per visitare i luoghi vissuti da Gesù Cristo. La accompagna sempre la madre e durante il viaggio, là dove si ferma c’è sempre gente che vuole ascoltarla. Orsolina è ormai una mistica nota in tutta Europa e soprattutto a Venezia è oggetto di un culto particolarmente diffuso.

Finalmente torna a Parma, nel 1397. Riprende la sua vita ritirata, di preghiera ed astinenza, ma c’è un ultimo spostamento che la attende. Nel 1405, il nuovo signore della città, il crudele Ottobuono Terzi, la caccia dalla città. La santa trova ospitalità a Verona, dove muore tre anni più tardi, il 7 aprile 1410, neppure trentacinquenne. Non appena anche Ottobuono trapassa, Bertolina ne riporta la salma a Parma, che ancora riposa nella chiesa di San Quintino.

La sua memoria vivrà un periodo di particolare fortuna fra Sette e Ottocento. Un testo destinato alle ragazze di quel tempo la descrive come “fanciulla pia, esempio di spirito di indipendenza ed originalità”.

Le spoglie mortali di Orsolina Veneri, conservate in un’urna settecentesca che ne riproduce il corpo. Chiesa di San Quintino a Parma

Presentazione e guarigione miracolosa della beata Orsolina fanciulla all’altare di San Pietro martire,
dipinto ad encausto di Cecrope Barilli, 1887. Chiesa di San Quintino a Parma

La beata Orsolina ad Avignone a colloqui con l’antipapa Clemente VII,
olio su tela di Benigno Bossi (1727-1797). Chiesa di San Quintino a Parma

La beata Orsolina sul letto di morte narra le sue visioni,
dipinto ad encausto di Cecrope Barilli, 1887. Chiesa di San Quintino a Parma

Targa di dedicazione di una cappella della chiesa di San Quintino a Parma alla beata Orsolina Veneri, decisa nel 1786 per volontà del duca Ferdinando di Borbone.
Targa di dedicazione di una cappella della chiesa di San Quintino a Parma alla beata Orsolina Veneri, decisa nel 1786 per volontà del duca Ferdinando di Borbone.

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