14.2.1969. Salamini fallita. È guerra sociale

14 febbraio 1969 – L’azienda di elettrodomestici Salamini, con oltre mille dipendenti, dichiara fallimento. La miccia di una guerra sociale che dura alcuni mesi.

Nel 1958, la famiglia Salamini ottiene un’importante commessa dalla Fiat. Da molti anni produce serbatoi e radiatori per automobili, ma con questo nuovo contratto il loro piccolo stabilimento in stradello San Girolamo non basta più. In novembre aprono allora una grande fabbrica, sulla via Emilia a San Lazzaro, e iniziano ad assumere operai. Anche Oto Melara, Maserati e Lamborghini iniziano ad acquistare i componenti della Salamini e in pochi anni quella che era un’impresa familiare diventa la quarta maggiore industria di Parma per numero di dipendenti e fatturato.

I Salamini non si fermano e investono gli introiti in nuove linee produttive, lanciando sul mercato mobili ed elettrodomestici. Per promuovere il nuovo marchio, la Salamini sponsorizza una squadra di ciclismo e ingaggia Vittorio Adorni.

Ma il passo è più lungo della gamba. Per motivi mai chiariti, nel 1967 la Banca Commerciale Italiana ritira la disponibilità al credito: pretende l’immediato saldo di tutti gli scoperti. I Salamini non sanno come fare e la loro difficoltà mette in allarme anche le altre banche. Insomma, in pochi mesi l’enfant prodige dell’economia parmigiana in questo 14 febbraio 1969 fallisce.

La razione degli operai è fortissima. Lo stesso giorno la fabbrica viene occupata. Nelle settimane seguenti una serie di manifestazioni clamorose impongono la crisi all’attenzione nazionale: occupano anche la Camera di Commercio, assediano la sede dell’Unione industriali, bloccano tre volte la via Emilia, una la ferrovia e tentano di sabotare anche la tappa del Giro d’Italia del 1º giugno, Parma-Savona.

Le rivendicazioni dei lavoratori portano ad alcune ipotesi per la salvezza della Salamini, come la statalizzazione della società, ma nessuna si realizza. E soprattutto suscitano anche una forte reazione di polizia, che culmina con lo sgombero violento dello stabilimento, il 23 agosto 1969.