14.2.1405. Le terribili esecuzioni della banda del Rosso
14 febbraio 1405 – Venti condanne a morte sono eseguite oggi a Parma. I condannati sono i membri della banda di Rosso de’ Sansoni, che da alcuni anni terrorizza Parma e le sue campagne rubando, uccidendo ed incendiando.
Rosso è stato catturato da una compagnia di soldati di ventura, che per la sua consegna chiede una taglia alla comunità di Parma, ben 300 fiorini. La città paga e ringrazia. Il giorno in cui i banditi in catene sono portati all’interno delle mura, tutte le campane suonano a festa. È un incubo che finisce.
La scena più truculenta nella storia del bandito Rosso è però ancora da venire. Il giudice Pietro da Vianino condanna a morte tutti e venti i membri della banda, ma i modi di eseguire la sentenza non sono gli stessi.
Alle sei del pomeriggio di questo 14 febbraio suona la campana dell’arengo, la sede del Comune. Diciassette banditi sono condotti presso l’oratorio di San Nicomede, appena fuori porta Santa Croce, e qui impiccati.
Alle ore 19, il giudice, il boia e una gran folla di spettatori si spostano in piazza Ghiaia. Il caporione del Rosso, Antonio di Arci, assieme a due banditi del contado, vengono legati a tre pali posti su mucchi di fascine, cosparsi d’olio e bruciati vivi. Per i tre uomini è stato decretato il rogo perché nelle scorribande sono quelli che appiccavano il fuoco alle case.
Resta solo il terribile Rosso de’ Sansoni. Alle 20 la campana dell’arengo suona ancora. Il bandito viene legato dietro un asino. Il trascinamento è una tortura non rara, ma di solito a chi la subisce è concessa una tavola di legno sotto la schiena; per il Rosso, però, non è ammessa nessuna tavola. Alla coda dell’asino, viene strascicato attorno alla piazza (Garibaldi), poi fino al vescovado e quindi in Ghiaia. Qui il bandito viene squartato e le quattro parti del suo corpo portate alle quattro porte principali della città per rimanervi appese fino a consunzione.
In piazza Ghiaia le fiamme dei roghi si sono spente. La gente torna a casa, impressionata dal truce spettacolo. Nel buio, i cani si avvicinano ai resti dei tre uomini bruciati, le cui membra sono state lasciate apposta perché gli animali possano cibarsene.