Luoghi perduti,  Medioevo

14.12.1244. Arrivano i Domenicani

14 dicembre 1244 – Il podestà di Parma Guido Marazio dona ai frati Domenicani un ampio terreno per la costruzione di un nuovo monastero con chiesa. Pochi mesi prima, papa Innocenzo IV aveva scritto una lettera al clero di Parma perché aiutasse l’ordine dei predicatori nel suo progetto di dotarsi di una comoda sede in città. L’area assegnata è una parte dello spiazzo lasciato libero dalla Parma dopo l’alluvione del 1177 o 1180, coincidente con una buona porzione dell’attuale piazzale della Pace e adiacente slargo di via Garibaldi.

I primi Domenicani, congregazione nata nel 1216, a Parma sono arrivati già almeno nel 1233, con passaggi più o meno prolungati di frate Giovanni da Schio, frate Bartolomeo da Breganze (poi vescovo e beato) e del teologo frate Jacopino detto da Reggio, anche se è nato a Parma.

Questi primi Domenicani danno vita al Movimento dell’Alleluia, nato proprio a Parma e rapidamente diffuso in tutto il Settentrione italiano: una partecipata campagna per la moralizzazione dei costumi (contro usura, lusso ed eresia), ma soprattutto a favore della pace, riuscendo davvero per qualche tempo a limitare le guerre fra città della pianura Padana. Grandi processioni e riti penitenziali attiravano masse di persone unite dalla richiesta di un mondo diverso. A Parma, la forza dell’Alleluia è tale da portare a modifiche degli statuti.

Ai Domenicani sono inizialmente concessi spazi nella chiesa di Santa Maria nuova in Capo Ponte (Oltretorrente), ma insufficienti. Da qui l’esigenza di un nuovo convento. Ma non è solo una questione pratica, bensì politica. Il papa e tutto il partito dei guelfi scommettono sui nuovi ordini mendicanti per contenere gli imperiali ghibellini.

Per costruire il monastero occorrono quattro anni. La nuova chiesa dei predicatori è dedicata al martire Pietro da Verona, presumibilmente nel 1253. Entro il 1264, la cerchia delle mura è allargata per farvi rientrare il nuovo convento, pure con una nuova porta.

In quella chiesa, nella cappella dedicata alla Croce, dal 1254 ha sede l’Inquisizione, influente organo tradizionalmente appannaggio proprio dei Domenicani, che fa di quel convento per diversi secoli uno dei luoghi di maggior potere a Parma.

Né il convento né San Pietro martire esistono più. Il primo sarà pignorato a fine Settecento per poter ampliare il palazzo dei duchi. La chiesa verrà demolita nel 1813 dalle autorità napoleoniche.

I Domenicani nel parmense ci sono ancora: è loro affidato il santuario di Fontanellato. In città invece, degli influenti Domenicani resta solo una traccia che non tutti vedono: in Pilotta c’è una vasca con all’interno due file di sei piante ciascuna; la vasca si trova proprio dove si ergeva San Pietro, gli alberi simulano le colonne del perduto edificio gotico e le panche in pietra ai lati la pianta delle cappelle laterali.

La perdura chiesa di San Pietro martire dei Predicatori domenicani è oggi ricordata dalla vasca fra i cortili della Pilotta ed il prato di piazzale della Pace, che ne ricalca la pianta, con un albero per ogni colonna
(vista dall’alto da Google Maps).
La perdura chiesa di San Pietro martire dei Predicatori domenicani è oggi ricordata dalla vasca fra i cortili della Pilotta ed il prato di piazzale della Pace, che ne ricalca la pianta, con un albero per ogni colonna.

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