14.11.1951. Crolla l’argine a Mezzani. La peggiore alluvione di sempre
14 novembre 1951 – Nel buio della sera, le campane di tutti i paesi rivieraschi rintoccano a martello. È il segnale di evacuazione. L’argine maestro a Mezzano Rondani crolla e l’acqua di un Po in piena come mai si è visto prima allaga le campagne fino a Colorno, ma tracima anche più a monte, a Roccabianca, a Ragazzola, a Sissa e Zibello.
Il 14 novembre è una data davvero infausta per la Bassa. Esattamente lo stesso giorno, nel 1801 c’era stato il primo crollo attestato con certezza di un argine del Po nel tratto parmense, anche allora con allagamenti a Roccabianca, Colorno e Mezzani.
Nel novembre 1951, il Grande Fiume incomincia a crescere dal giorno dieci, a ritmi impressionanti, di quattro, cinque, sei centimetri all’ora, fino a giungere a 8 metri e mezzo sopra lo zero idrometrico, record storico.
La Bassa, per alcuni giorni, torna quella vasta palude che era stata per millenni, prima delle bonifiche. Spettacolo di desolazione e disperazione nella gente che deve abbandonare case e stalle, evacuate prima dell’arrivo di acqua e fango. L’evento sarà rappresentato due anni dopo nel film Il ritorno di don Camillo.
Sempre in questo 14 novembre, altre rotture e allagamenti, ancor più gravi, ci sono nel Polesine fra Rovigo e Ferrara.
Proprio a Ferrara sta il “padimetro”, una colonna di pietra su cui si registrano i livelli delle piene che si succedono nei secoli, a partire da inizio XVIII secolo fino ad oggi. L’alluvione di questo 1951 è il segno più in alto nel padimetro: né prima né dopo, il Grande Fiume ha raggiunto livelli più elevati.
Le piene del Po con effetti distruttivi sono molte. Ci sono testimonianze di otto grandi alluvioni nel Settecento (1705, 1719, 1729, 1733, 1755, 1772, 1777, 1799), 20 nell’Ottocento (1801, 1802, 1803, 1807, 1808, 1810, 1811, 1812, 1823, 1839 due volte, 1840, 1841, 1843, 1846 due volte, 1857, 1868, 1872, 1879) e cinque nel XX secolo (1917, 1926, 1951, 1994, 2000).
Chissà cosa riserva il futuro.