14.11.1897. Muore Peppina, la traviata amata da Verdi
14 novembre 1897 – Con la mano stretta a quella del marito Giuseppe Verdi, che le ha portato una violetta tardiva colta nel giardino di Villa Sant’Agata, muore Giuseppina Strepponi, donna che ha vissuto al di sopra delle convenzioni sociali, spesso trascurando sé stessa per coloro che aveva attorno, e che è stata molto amata.
La Strepponi entra nella storia di Parma nel 1839, quando conosce lo sconosciuto Verdi, che le fa ascoltare le arie della sua prima opera, l’Oberto conte di San Bonifacio, ancora da terminare. Si rincontrano per altri allestimenti e nel 1842 iniziano ad amarsi, quando lei è Abigaille alla prima assoluta del Nabucco.
Lo fanno però in segreto, perché Giuseppina è troppo chiacchierata e Giuseppe porta ancora il lutto per la morte dei figli nel 1838 e 1839 e della prima moglie Margherita nel 1840. Così lei decide di allontanarsi per un po’. Va a Parigi a fare l’insegnante di canto. E lui la raggiunge pochi mesi dopo per non lasciarla mai più.
Andranno a vivere insieme a Busseto e poi a Sant’Agata. Si sposeranno in segreto in Francia nel 1859. Saranno sepolti uno accanto all’altra nell’oratorio della casa di riposo per musicisti fondata da Verdi a Milano.
La vita della Strepponi, che Giuseppe Verdi chiama Peppina, resta in chiaroscuro fra le note della Traviata. L’opera del 1853 prende le mosse dalla Signora delle camelie di Alexandre Dumas, ma si sostiene su molte somiglianze autobiografiche di Verdi e della storia con la seconda moglie.
La Violetta della Traviata è donna dai molti amori, e la Strepponi, prima di unirsi a Verdi (ma in un paio di fugaci occasioni anche dopo), si è unita a tanti uomini.
Violetta è consumata nel fisico dalle fatiche e dalla scarsa cura di sé. Proprio come la Strepponi, che per mantenere i figli delle sue relazioni (tre? quattro?) lavora fino a rovinarsi l’ugola.
Il padre dell’Alfredo della Traviata, chiede al giovane di abbandonare Violetta. Il suocero di Verdi gli consiglia di non continuare la relazione con la Strepponi. Violetta allora si allontana per qualche tempo, proprio come Giuseppina quando è andata a Parigi.
Alfredo è accusato di sperperare denaro per mantenere Violetta. Anche Verdi, in una piccata lettera al padre della sua prima moglie, deve ribattere all’insinuazione che la sua Peppina sia interessata ai soldi.
Il dramma del 1853 è un j’accuse contro il perbenismo della borghesia ottocentesca, impedimento alla libertà di vivere i sentimenti e causa di pregiudizi ed etichette. Proprio ciò che Peppina e Giuseppe vivono a Busseto, dove la donna è trattata da paria.
Sul palco e nella vita, però, la storia ha un finale ben diverso. Alfredo perde Violetta proprio quando la loro unione potrebbe diventare una solida relazione. Verdi e la Peppina, invece, si sposano e trascorrono insieme quasi 50 anni, isolati e felici.